La stradina che porta al campetto d’allenamento di Castelvolturno, sul litorale domizio in eterna ricerca di rilancio, sembra la rampa di un santuario. I fedeli si arrampicano sui muretti fatiscenti e s’inerpicano sui cofani delle macchine parcheggiate all’altezza della strettoia che conduce al complesso sportivo del Napoli in attesa della visione. La loro Madonna pellegrina si chiama Eduardo Vargas, qui già «Edu» per tutti, oppure «Turboman», l’uomo che in Cile ha alzato tre coppe in due mesi, il piccolo attaccante sbarcato giovedì sera a Fiumicino. Il 22enne regala solo due «apparizioni»: la prima verso le 13,30 quando arriva per sostenere l’allenamento del pomeriggio e la seconda, per un pubblico raddoppiato, poco dopo le 17.
La storia dei diritti d’immagine e della presentazione-show, stile Cinepanettone (in programma per la prossima settimana) ha tirato in ballo pure questo mite cileno tutto sorrisi e smorfie: a bordo di un taxi, finito l’allenamento del pomeriggio, nasconde il volto luminoso da indio dietro un giornale. È evidentemente un ordine di scuderia. Quelli del suo staff lo aiutano nel camuffamento ma i tifosi capiscono subito che è lui. Lo accolgono con cori e applausi, provano a rallentare l’auto ma poi capiscono e lasciano la strada libera.
Vargas ha fatto conoscenza della sua nuova squadra nel primo pomeriggio, dopo i contatti della prima serata italiana con Mazzarri e Bigon. Prima di indossare la tuta azzurra ha parlato a lungo con il suo nuovo tecnico. E poi ha fatto conoscenza di tutti gli altri. Lo spagnolo, si sa, è la seconda lingua del gruppo, vista la colonia di sudamericani presenti. Facile, dunque, per lui ambientarsi in fretta tra uruguaiani, argentini e colombiani. Si è anche allenato, senza forzare. Partirà, come previsto, con il Napoli oggi pomeriggio per Palermo: non è convocato, ma farà parte del gruppo.
I giornalisti cileni al seguito prendono atto delle regole del Calcio Napoli e sono costretti persino a lasciare la hall del resort. Cristian Ogalde, il manager di Edu, trova il tempo per parlare a una delle tv del suo Paese. «Quando stanotte ci siamo affacciati sulla terrazza dell’hotel che dà sul golfo – racconta – Eduardo e io siamo rimasti senza parole. È una città bellissima, quasi ci è mancato il fiato». Racconta ancora: «È felice per la spettacolare accoglienza ricevuta dalla squadra, si sente già a casa sua. I paragoni con Sanchez? Lui non ha paura di nulla e non li teme. Ha fame di successi, mi ha ribadito che qui vuole vincere tanto e Napoli è la squadra giusta per potersi affermare in Europa».
È sognatore quanto basta, molto metodico, emotivo, puntiglioso: «Tutto vero, ma ora è soprattutto ansioso. Non vede l’ora di giocare, anche se ha grandissimo rispetto per i compagni e sa che dovrà aspettare il momento», conclude. E spiega, ancora una volta, perché ha detto si sì al Napoli: «Perché è il club che ha creduto in lui per primo, molto prima di tutti gli altri. Ed Edu da quel momento non mi chiesto che di venire al Napoli».
Ogalde non lo dice. Ma Vargas, toccasse a lui decidere, giocherebbe già domani sera alla Favorita, contro la formazione dei rosanero. Per la Sicilia partirà, ma per vedere la gara da spettatore. La voglia di Napoli è anche nelle parole dell’amico che ha portato con sé, in questo lungo viaggio. Si chiama Sergio Valenzuela ed ha poco più di 21 anni. «Lui dà sempre il massimo – dice – sia se gioca contro Messi che contro un ragazzo del settore giovanile. Napoli si innamorerà di lui».
Sarà per questo che i tifosi continuano la loro passeggiata nei dintorni del complesso sportivo di Castelvolturno. Per dire grazie al club per il nuovo arrivo, e la loro preghiera è il coretto dei ragazzini che ritma l’uscita dei giocatori, «Vinceremo il tricolore». Una bella musica, tra il sogno e il futuro. Che qualcuno continua a dedicare a Vargas pure qualche ora dopo, sul lungomare, quando viene visto entrare nell’hotel di via Caracciolo dove alloggia. Destino di un ragazzo cileno che dovrà abituarsi a diventare una star.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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