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Edmundo, da Firenze al Carnevale di Rio passando per Napoli: 44 anni da “O Animal”

La storia del brasiliano che a Napoli non ha lasciato il segno

Genio e sregolatezza. No, troppo banale. Alegria e Saudade, forse meglio. Turbine e tempesta, ecco ci siamo: Edmundo Alves de Souza Neto, per gli amici Edmundo. Quali amici? Già bella domanda. L’appellativo ‘O Animal’ non ha bisogno di spiegazioni, o meglio sì. In Brasile, sua terra di nascita, è indicativo del migliore giocatore in campo. Almeno per Osmar Santos, telecronista brasiliano degli anni ’90, che commentando spesso il Palmeiras, indicava come migliore in campo proprio Edmundo. Associazione immediata sul rettangolo verde. Trasposizione osmotica nella vita, perché quell’etichetta lì bisogna meritarsela anche dopo il triplice fischio dell’arbitro. Per un contrappasso dantesco, però, l’Edmundo uomo ha disatteso la sua nomea brasileira, rendendo dispregiativo ciò che era vezzeggiativo.

Torniamo agli amici: beh, gli avversari assolutamente no. La gamba sempre tesa, a volte qualcosa di più. I compagni di squadra? Sì dai per forza, è logico. Invece no, perché Edmundo è stato tutto tranne che logico. ‘O Animal’ pensava di essere il più forte di tutti, e non faceva nulla per nasconderlo, nemmeno con i suoi compagni. Prendere o lasciare. In 17 anni di carriera, 18 squadre hanno preso.. e poi lasciato. Il fascino del campione brasiliano ha colpito anche in Italia: Firenze, la sua prima tappa all’apice della carriera. Arrivato a gennaio del 1998 si scontra subito con Malesani uno che, per inciso, non le manda a dire. Neanche ad O Animal. Prima panchina e conseguente fuga oltreoceano, là dove, coincidenza vuole, il Carnevale era alle porte. Taglia e cuci della società viola, con un biglietto di ritorno da Rio e tanti saluti al Carnevale.

La stagione successiva la Fiorentina con il trio delle meraviglie Batistuta-Rui Costa-Edmundo chiude in testa il girone d’andata. A gennaio. Ahia, lo state pensando anche voi? Bene, avete indovinato. Una ricaduta di saudade e ciao ciao Firenze. Trapattoni in panchina a sgranare rosari, Edmundo felice a guardare i carri. Non di certo quelli dei vincitori, perché la sua Fiorentina cede il passo a Lazio e Milan, chiudendo terza.

Arrivederci Italia, Il Vasco da Gama lo riabbraccia e viene ripagato a suon di gol, tra una bizza e l’altra. Una da ricordare? Nessun dubbio. Festa di compleanno del figlio, Edmundo intrattiene gli ospiti facendo bere birra ad uno scimpanzé. O’Animai vs Animal. Manco la trama del film più trash della storia del cinema, sarebbe arrivata a tanto. Risultato: denuncia da parte dell’ente governativo brasiliano per l’ambiente.

In campo però, è tutta un’altra musica: dribbling, tecnica e potenza. Doti che ammaliano ancora una volta l’Italia. Questa volta è il Napoli di Mondonico nel 2001 a cadere. Stagione no per Edmundo e compagni, retrocessione ed addio definitivo al bel paese. Termina la sua carriera in Brasile, cambiando maglie con lo stesso ritmo del Carnevale di Rio: incessante.

Oggi Edmundo compie 44 anni, vissuti da assoluto protagonista nel bene e nel male. Ironia della sorte attualmente ricopre il ruolo di telecronista per una rete televisiva brasiliana: al termine della partita è lui a decidere il miglior uomo in campo, ovvero ‘O Animal’. L’originale però rimarrà per sempre lui, Edmundo Alves de Souza Neto, per gli amici (pochi) Edmundo.

Fonte: Gianlucadimarzio.com

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