Riformare la giustizia è uno slogan, adesso. Perché tutti ne parlano, visto che sono sempre di più quelli che devono averci a che fare rispetto ad un passato neanche tanto remoto. Da Calciopoli nel 2006, che portò all’azzeramento dei vertici federali ed ad un primo tentativo di rivedere un Codice di Giustizia che stava poco al passo con i tempi, sono state poche le estati “tranquille” per il nostro calcio. E le norme che lo regolano hanno spesso dovuto rincorrere gli stratagemmi che via via tesserati e non usavano per aggirarlo. Non solo. Il post-Calciopoli ha anche portato all’unificazione del vecchio Ufficio Indagini, l’organo che svolgeva le indagini (spesso con metodi e astuzie da film di 007) con la Procura federale, che quei risultati raccoglieva e portava in giudizio. Adesso (a dire il vero pure per poche decine di euro) tutto grava su un’unico ufficio, portato alla ribalta solo per la punta dell’iceberg (gli scandali che riguardano la A) ma che lavora fino ai Dilettanti. Perché riformare la giustizia sportiva non resti solo uno slogan, ecco alcune idee – condivise da diversi addetti ai lavori – su come potrebbe/dovrebbe cambiare il mondo delle norme che regola lo sport. Perché alla fine la giustizia sia davvero giusta.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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