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Edinson, piede caldo e illuminato dal Cielo. Con numeri da record…

Quando nell’estate 2010 fu acquistato da De Laurentiis, Edinson Roberto Cavani parlò così: «E’ stato Dio a indicarmi la strada di Napoli». Un predestinato? Di certo lo è del gol, questo attaccante uruguaiano con la faccia da Charrua (gli indiani nativi del territorio), nato il 14 febbraio 1987 a Salto, al confine con l’Argentina. Una cittadina di bomber: anche il collega di Nazionale, Suarez, è nato nello stesso posto.
L’APPARTENENZA– Ma è proprio la Garra, l’orgoglio dei nativi, che Cavani ha sempre esibito con fierezza sia nei tratti somatici, incastonati in una lunga chioma corvina, sia nel grande senso di appartenenza al Paese e agli affetti, fondamentali per uno nato anche il giorno di San Valentino. Due degli elementi fondamentali della vita del Matador sono proprio la famiglia, numerosa e serena nonostante la separazione dei genitori, e la Nazionale. La Celeste: la massima soddisfazione calcistica personale, per l’attaccante azzurro. Coronata ora con il sogno di disputare un’Olimpiade, dopo il Mondiale: andrà a Londra.

LA RELIGIONE– Poi, la fede. Che merita un capitolo a parte perché ha segnato la sua vita in tutto e per tutto: a Palermo è diventato fervente cristiano evangelico pentecostale dopo l’incontro con Cesar Gonzalez, argentino conosciuto ai tempi del Danubio, a Montevideo, e poi incontrato per caso in Italia, nel 2007, in veste di pastore evangelico. Anche sua moglie Maria Soledad detta Sole, un amore nato a Montevideo, dove studiava all’Università, è evangelica. I due hanno un figlio: Bautista, nato proprio a Napoli. Per quel che riguarda altre curiosità personali: il suo migliore amico è Nicolas Bertolo (argentino ex Palermo); il piatto preferito: la mozzarella; gli hobby: caccia e pesca; gli idoli d’infanzia: Batistuta e Ronaldo; il mito: Maradona, meglio di Pelé.

SENZA PRECEDENTI– La sua vita napoletana è tutta casa, non lontano dal centro cittadino, e campo. Vita sanissima, senza vizio alcuno, e numeri da atleta formidabile: nei test fisici registra sempre tempi e resistenza degni di un quattrocentista. Un maratoneta, generoso e professionale come nessuno, nonché una macchina da gol senza precedenti nel Napoli: la media realizzativa di Maradona s’è fermata a 0,44; quella del Matador, con gli insegnamenti di Mazzarri, è arrivata a 0,70. Un mostro, un animale del calcio e dell’area di rigore: 66 i gol realizzati in 95 partite giocate in due stagioni azzurre; 33 il primo anno, 33 il secondo. Nel dettaglio: 49 in campionato (26 e 23); 5 in Coppa Italia (tutti quest’anno); 7 nell’Europa League 2010-2011; 5 nella Champions 2011-2012.

 

Fonte: Corriere dello Sport

 

La Redazione

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