Un’intervista a cuore aperto, in cui parla anche di Napoli, di Mazzarri, della clausola e di De Laurentiis. Edinson Cavani, al Tg1 diretto da Mario Orfeo, parte dal suo rapporto con il gol, alla vigilia della sfida col Palermo che potrebbe regalargli la 100esima rete in serie A, dal momento che con i 65 in azzurro e i 34 in rosanero, è arrivato a quota 99, a un passo dal «club dei centenari», ad appena cinque anni dal suo debutto, con gol, dell’11 marzo 2007, in Palermo-Fiorentina (segnó il gol dell’1-1).
«Sono molto felice ma so che nel calcio ci sono anche i momenti brutti e arriveranno le critiche come ora ci sono i complimenti», afferma Edi. La sua ricerca ossessiva per il gol ha radici lontane. «Mio padre mi diceva sempre che è essenziale andare a dormire sapendo di aver dato il massimo. Cerco di farlo in tutti gli aspetti nella vita, e dunque anche nel calcio. Lo faccio grazie alla forza che mi dà Dio, la fede, con grande amore e tanta voglia. Ecco perché anche se sto segnando tanto esulto sempre come se fosse l’ultimo gol». Un concetto che ha fatto suo sin da piccolo. «Ero già convinto e sicuro di quello che volevo nella vita ed anche nel calcio, vivo ogni giorno con intensità, come se fosse l’ultimo». Il Matador difende anche Mazzarri, del quale ne condivide l’arrabbiatura nel post Napoli-Roma. «Il mister ha avuto ragione perché se segno è sempre merito della squadra che mi mette in condizioni di farlo. Del resto per me i miei compagni sono la mia famiglia, ci sono discussioni di rado, come è normale che sia, ma anche tanta unione. Mazzarri ha preparato benissimo la sfida con la Roma, ha tanti meriti, ha curato come al solito ogni dettaglio, voleva dare la scossa nel 2013, per questo si è arrabbiato domenica».
Intanto, con i 100 gol in serie A ad un passo, i 63 milioni della clausola non sembrano così tanti… «Non ci penso a questo – ha detto Cavani – penso a dare il meglio per il Napoli, dove spero di restare ancora per un bel po’. Sin dal primo momento ho sentito grande fiducia da parte di De Laurentiis, se sono arrivato a questo punto devo molto al club, che mi dà la possibilità di pensare solo a giocare, di curare il mio fisico al meglio, perché mi dà tranquillità e fiducia, ideale per dare il massimo». Ed anche alla città. «Napoli mi ha dato tantissimo, mi ha fatto crescere, qui è nato Bautista e nascerà anche Lucas, le mie gioie insieme a mia moglie. A me non è mai piaciuto tirar tardi e andare in discoteca. L’amore dei tifosi mi stimola, cerco di ripagarli in ogni modo e spero di farlo».
Intanto potrebbe farlo segnando dopodomani il gol numero 100 in campionato, sarebbe il quinto bomber in attività – gli altri sono Totti, Di Natale, Gilardino e Miccoli – a tagliare questo traguardo. Con la fede ma anche il Napoli nel cuore.
Dario Sarnataro per “Il Mattino”
La Redazione
P.S.
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