Solo un italiano, il nazionale Maggio; in panchina Insigne (inizialmente) e Cannavaro, che ha ceduto almeno per la partita contro il Bologna la fascia allo straordinario Hamsik. È stato lo slovacco, un simbolo per la tifoseria e per De Laurentiis perché ha scelto la maglia azzurra senza imporre clausole rescissorie come Cavani e Lavezzi, il protagonista della notte al San Paolo: sul pallone calciato da Marek e debolmente respinto da Curci si è avventato Callejon, il pupillo di Mourinho; poi un numero d’alta classe in pochi metri, messi a sedere Garics e il portiere prima di colpire; infine, la fiondata per il 3-0 a metà della ripresa, uno di quei numeri che fanno impazzire di felicità i tifosi. Intorno ad Hamsik, che ha aperto la settima stagione azzurra (a soli 26 anni), si sta plasmando una squadra che ha un respiro internazionale. Non specula, ma gioca all’attacco. Ha personalità e diverte. Ha la voglia e la forza per imporsi. Benitez ha lavorato anche psicologicamente e così, nella domenica in cui alcuni calciatori in odore di cessione sono rimasti fuori dalle loro squadre, è stato importante notare con quanto ardore abbia giocato Zuniga, che si è sentito (o si sente?) vicino alla Juve. Higuain, il grande colpo del mercato d’Italia 2013, ha sfiorato il gol su punizione: ottimo tiratore. E ha giocato da centravanti disposto al sacrificio. Non corre fino alla sua area come faceva Cavani, ma è prezioso nella trequarti: apre spazi, trascina gli avversari sui due lati e favorisce gli inserimenti dei compagni, come è accaduto a Callejon, suo compagno già nel Real, nell’azione dell’1-0. L’azzurro che ha abbracciato lo spagnolo più intensamente dopo il gol è stato Insigne, suo concorrente per un posto: anche così una squadra è forte.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
A.F.
