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Ecco l’evoluzione tattica di Mazzarri

Da Acireale a Napoli il tecnico toscano ha dato spesso volti vincenti alle sue squadre

N ell’estate del 2001, quando iniziò la sua carriera da tecnico, Walter Mazzarri aveva già scelto il gioco e soprattutto il modulo: difesa a 3. Era stato il vice di Renzo Ulivieri a Bologna, quando il tecnico di San Miniato, oggi direttore della scuola allenatori di Coverciano, alternava la difesa a 3 con quella a 4. Ulivieri aveva provato a difendere a 3 la prima volta in Coppa Italia contro il Milan nella stagione 1995-96 (modulo: 3-4-3), tre mesi dopo iniziò anche Zaccheroni. Mazzarri arrivò a Bologna nell’estate del 1996 e seguì Ulivieri, sempre come suo vice, anche a Napoli nel 1998. In quel campionato, stessa alternanza di modulo. L’influsso ulivieriano non è stato indifferente nella carriera di Mazzarri, che ha proseguito la sua traiettoria tattica, l’ha arricchita fino a provare, in questi giorni, la difesa a 4. Un tradimento filosofico? No, piuttosto la ricerca di nuove frontiere e di nuove conoscenze. In ogni caso, come vedremo, si tratta di un cambiamento moderato.

DIECI ANNI DI FEDELTA’ – Mazzarri ha attraversato il calcio italiano in verticale, dalla C2 di Acireale alla Serie A di Reggio Calabria, ha fatto uno scalino per volta anche perché non ha mai trovato dirigenti generosi pronti a regalargli qualcosa che non aveva meritato sul campo. Ma dal primo campionato ai giorni nostri è sempre rimasto fedele alla difesa con tre uomini. I primi furono Aloisi, Lo Monaco e Bonanno che giocarono nella squadra del “Tupparello”. L’Acireale era schierato col 3-4-3, come la Pistoiese nel campionato successivo. In Toscana, cominciò ad affiorare un’altra qualità del tecnico livornese: sapeva far crescere giocatori su cui nessuno si era soffermato. A Pistoia toccò a Vigiani, che è stato a lungo uno dei suoi fedeli, come lo sono ora Aronica e Campagnaro, e poi a Valiani. Il livello si impennò con la promozione del Livorno dalla Serie B in A. Quell’anno Mazzarri, che allenava in casa, aveva un organico di ottimo livello, con Lucarelli e Protti in attacco. Modulo 3-5-2, difesa con Cannarsa, Vanigli e Chiellini, che a volte veniva spostato come esterno sinistro nel centrocampo a 5. Proprio la conoscenza diretta del lavoro di Mazzarri ha spinto Chiellini a dare a Conte il consiglio giusto alla vigilia della gara col Napoli: mettiamoci a tre anche noi.

CON ARONICA E CAMPAGNARO – Il capolavoro della Reggina (salvezza con -15, Bianchi e Amoruso la coppia-gol più prolifica di tutto il campionato con 35 gol) è nato, sul piano tattico, dal 3-4-3 e dalla capacità di Aronica di interpretarlo nel modo più efficace. E’ per questo motivo che un difensore di modesto livello tecnico potrà arrivare in Champions League. Mazzarri ha portato in Europa (Coppa Uefa) anche la Samp che giocava col 3-5-2. A Genova il livornese ha incontrato Campagnaro, buon difensore ma niente di più. Cinque anni dopo, Campagnaro debutterà nella nazionale argentina.

IL CAMBIAMENTO – A questo punto vale la pena ricordare che anche negli anni scorsi a Napoli, e prima ancora a Genova con la Samp, il tecnico di San Vincenzo modificava la linea della difesa, portandola a quattro uomini, quando incontrava squadre con un centravanti e due attaccanti esterni. Lo ha fatto in Champions League con il Bayern Monaco, per esempio. Ma per far capire come resta ancorato al gioco che conosce meglio, basta ricordare che, una volta recuperata palla, il Napoli fa ripartire il suo palleggio come se fosse schierato a tre. La novità è che adesso Mazzarri cambia modulo non solo in base alla disposizione dell’avversario, ma anche per scelta. Lo fa per sorprendere chi gli sta di fronte, come è successo domenica pomeriggio a Marassi contro il Genoa.

LA SORPRESA – Mentre una parte importante dei tecnici italiani ha cambiato sistema negli ultimi due anni, abbandonando la difesa a 4 per giocare con la difesa a 3 (dove Mazzarri è collocato da un decennio: in A, solo Cosmi ha la sua stessa massiccia esperienza in materia), il tecnico livornese sta cercando di portarsi sul versante opposto, cerca la controtendenza. Ma con moderazione. Non vuole che la squadra disperda le conoscenze di questi anni. Domenica ha detto che il 4-2-3-1 è un modulo che lo stuzzica. E’ il modulo che gli ha permesso di agguantare il Genoa e di segnare quattro gol. Con il 4-3-3, nel finale di gara, il giovedì precedente aveva completato la rimonta in Europa League contro il Dnipro. Dovessimo puntare un euro sul futuro tattico del Napoli (finché resta Mazzarri) diremmo ancora la difesa a 3, ma oggi questa squadra ha un valore in più, una possibilità in più.

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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