Un sogno o una suggestione o una provocazione. Di certo è un’idea e di idee per Napoli, da quando nove anni fa decise di buttarsi nel football, Aurelio De Laurentiis ne ha avute tante, dal lungomare in stile Cannes al Gran Premio di Formula 1. L’ultima è forse la più inattesa, sicuramente la più creativa, quasi immaginifica. Il patron del Napoli e della Filmauro avrebbe addirittura pensato (ecco l’idea) di acquistare la Circumvesuviana, sì, proprio la bistrattata linea ferroviaria che macina ogni giorno in egual misura debiti e chilometri e produce numeri da sballo, come i quasi 700 permessi sindacali all’anno o i 500 dipendenti amministrativi. Messa così, l’idea di De Laurentiis potrebbe apparire come un pesce d’aprile fuori stagione. E invece no, l’idea c’è, è vera e reale ed è subito rimbalzata tra Palazzo Santa Lucia, sede della Regione, e Palazzo Partanna, la casa degli industriali napoletani, palazzi dove con stupore certo, ma anche con interesse si è dato ascolto alla pensata del produttore. Passando velocemente dal pensiero all’azione, il presidente del Napoli si è messo in movimento, ha chiesto informazioni. «Vuole un dossier», raccontano in Regione. Quanto costa all’anno la Circum? Quanti dipendenti ha? Di quanti treni dispone? Quante corse effettua? Quante sono le stazioni? Quanti passeggeri trasporta? Domande semplici, quasi banali, accompagnate da un’idea nell’idea, cambiare nome all’azienda. Non più la «Circumvesuviana», un marchio ritenuto logoro e poco attraente, ma la «Pompeiana», un brand nuovo, rivoluzionario per legare la linea ferroviaria al grande polo archeologico, il più conosciuto e visitato al mondo. Binari e treni per fare marketing turistico e agli interlocutori che in Regione e all’Unione Industriali lo ascoltavano De Laurentiis ha illustrato la sue terza idea, dotare le stazioni di display, di video, che riproducano come in un film, in un viaggio virtuale, la storia di Pompei, come si viveva prima del 79 dopo Cristo e poi l’eruzione, la distruzione, gli scavi. Sogno? Suggestione? Provocazione? L’idea di De Laurentiis è piaciuta in Regione, è perlomeno la testimonianza, si osserva a Palazzo Santa Lucia, dell’interesse che il patron degli azzurri dimostra ancora una volta di avere per Napoli al di là del calcio. È la testimonianza che in città c’è ancora voglia di discutere, di stupire con effetti speciali. È un’idea allo stato embrionale che in Regione si tiene però in considerazione perchè dimostra che nonostante i problemi e i disservizi la Circumvesuviana mantiene il suo appeal, conserva intatte le sue potenzialità, ha dentro di sè ancora capacità da tirare fuori. E dietro l’angolo, a dicembre salvo ulteriori proroghe, c’è l’appuntamento con le liberalizzazioni, che non significa privatizzare le linee, ma significa aprire il mercato, significa che una pluralità di operatori possono utilizzare le infrastrutture ferroviarie. In questa sfida, che la Regione ritiene vitale, anche i privati saranno chiamati a fare la propria parte. L’idea di De Laurentiis è tutta dentro questa partita che ha numeri che spaventano come quelli dei permessi sindacali, dei costi e dei dipendenti ma anche numeri che esprimono la forza e la capacità della Circum: 6 linee, 96 stazioni, circa 30 milioni di passeggeri all’anno, 316 corse (ridotte a 268 per i noti problemi). È da questi numeri che bisogna ripartire per rilanciare e rendere produttiva l’azienda. Sarà anche una suggestione, un sogno, una provocazione ma l’idea del presidente del Napoli ha sicuramente il merito di aprire uno scenario possibile.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
A.F.
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