Lo squalo Nibali sembra un ragazzino. Anche se in tasca ha già 28 anni, ha trionfato nella Tirreno-Adriatico e al Giro del Trentino di quest’anno mostrando i muscoli a tutti. Vincenzo se la ride assieme ai suoi guardaspalle dell’Astana Agnoli e Aru. Il clima, ieri pomeriggio a piazza Plebiscito alla presentazione show, è quello di una gita tra compagni di scuola, che però dura 21 giorni e 3.448 chilometri: oggi scatta il Giro d’Italia e Nibali è l’idolo dei napoletani e del popolo dei ciclisti italiani, pronto più che mai alla lotta contro l’impero del male, incarnato da quel diavolo di Wiggins, il baronetto del Team Sky, re del Tour 2012, uomo indubbiamente con cui fare i conti e per questo anche un po’ fischiato ieri dal pubblico alla presentazione delle squadre. Pubblico peraltro incantato dalla soavità e dalle trasparenze della madrina in rosa, Alessia Ventura.
Il clima e il sole non tradiscono gli organizzatori della Rcs: un anno fa fecero partire il Giro nel gelo della Danimarca e per questo furono assaliti dai rimorsi. 50 anni dopo si riparte da Napoli: era il 1963, e quel giorno vinse Adorni (alla fine trionfò Balmamion pur senza mai vincere una tappa).
Si parte con la prima tappa in linea: sullo spettacolare circuito di via Petrarca e via Caracciolo, con piccole leggere pendenze a Posillipo (5,7% per un paio di chilometri) dove sono stati piazzati persino due Gran premi della Montagna sia pure di quarta categoria. Niente più che due strappi ai km 26 e al km 39. Nibali, protetto dal suo manipolo di passisti, cercherà di evitare sorprese, in attesa della crono a squadre di domani a Ischia (17,4km) che stabilirà la prima griglia di partenza tra i favoriti. Già, perché la truppa degli anti-Wiggins, oltre a Nibali vede in prima fila anche l’olandese Gesink, il campione olimpico Sanchez, asturiano di Oviedo come il suo amico Fernando Alonso, l’australiano Cadel Evans (che nel 2011, dopo un lungo inseguimento, ha realizzato il suo sogno al Tour battendo i fratelli Schleck nell’ultima crono), il canadese Ryder Hesjedal, il re dell’edizione 2012 e Michele Scarponi, il vincitore a tavolino dell’edizione 2011, dopo la squalifica per doping di Contador.
La prima maglia rosa, oggi in riva al Golfo, si assegnerà sicuramente in volata: il superfavorito è Cavendish (già 10 tappe vinte al Giro, 3 solo nel 2012), l’uomo-jet da battere anche se non avrà Petacchi come apripista ma Pauwels e Vermote. Qualche gradino più sotto il tedesco Degenkolp, l’australiano Goss, ma qualche chance ce l’hanno anche gli italiani gli italiani Manuel Belletti, Marco Marcato e Daniele Bennati.
Scatta oggi un Giro dell’incertezza – il primo dopo la revoca dei sette Tour ad Armstrong e l’ammissione sull’uso di sostanze proibite dell’ex campione di Austin – come ormai abitudine nelle ultime grandi corse a tappe. Il tracciato all’apparenza è davvero duro: i ben sette arrivi in salita (la cima Coppi sarà ancora una volta il Passo dello Stelvio mentre non ci sarà il mitico Zoncolan) non aiutano Wiggins, che in salita però potrà difendere i margini conquistati contro il tempo. La lunga crono di Saltara (54,8 km all’ottava tappa) lo aiuta, ma la cronoscalata da Mori a Polsa alla 18a tappa sembra essere più favorevole a Nibali. Ma ci sono tanti traguardi misti in cui l’inglese può essere messo in difficoltà da chi vuole attaccare.
Il Giro al via è quello dell’edizione numero 96: è senza dubbio lo spettacolo sportivo più popolare dopo il campionato di calcio. Sul lungomare di Napoli verrà assegnata la prima corona: nel ’96, tra due ali di folla, trionfò Supermario Cipollini.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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