Ad a orientare la sfida verso i lidi partenopei sono stati quattro episodi che chiamano in causa le manchevolezze nerazzurre.
1) Il rinvio di testa di Nagatomo è inconcepibile a questi livelli: palla spedita in mezzo all’area, dritto per dritto, e giusto sul piede di Higuain. Un super assist, che ha permesso a Benitez di giocare come desiderava: tutti raccolti ad aspettare l’Inter e poi sfruttamento rapido delle fasce;
2) il 2-1 del Napoli è stato realizzato con l’Inter assurdamente sbilanciata in avanti: Campagnaro ha perso palla nella trequarti avversaria e il contropiede ha trovato il burro in cui affondare: una squadra di Mazzarri di solito è equilibrata;
3) la «paratissima» di Rafael su Guarin a metà ripresa: il portiere ha avuto un riflesso eccezionale, d’accordo, però dal colombiano in quella posizione ci si aspetta un tocco sotto a scavalcare, insomma doveva fare gol e sarebbe stato il 3-3;
4) l’espulsione di Alvarez per il «solito» fallo di mano che visto da destra può apparire frutto di un movimento automatico del corpo che cerca l’equilibrio e visto da sinistra (dov’era l’arbitro…) un tentativo volontario di fermare un’azione peraltro ininfluente in mezzo al campo. Ridotta in dieci uomini, l’Inter non ha avuto più la forza di costruire pericoli e il Napoli, sornione e poi vispo, ha colpito con l’ennesimo contropiede al 35’. Salvo risparmiare al 46’ il suo ex allenatore con Pandev che si è procurato e poi ha voluto calciare il rigore ignorando le indicazioni di Benitez su Insigne”.
Fonte: La Gazzetta dello Sport
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