Nella notte di Udine e dello spareggio Champions c’è stato un acuto napoletano, quello di Totò Di Natale, da giovanissimo diventato emigrante del pallone. Ha segnato il ventunesimo gol, uno in meno di Cavani, e ha spinto l’Udinese a quota 55. Stessi punti di Lazio, Napoli e Inter. In quattro al terzo posto e tutto è legato agli ultimi 270’. Mai si era verificata una situazione simile: l’assegnazione della terza piazza, che dà accesso al preliminare-Champions, sarà decisa dagli ultimi tre risultati o dall’esito degli scontri diretti, chissà. Con il Napoli in pole position grazier alla classifica avulsa. Ed esplodono le tensioni, come si è visto nell’acceso e vergognoso finale al Friuli, quando se le sono date giocatori e dirigenti dell’Udinese e della Lazio. In arrivo maxi-squalifiche. Il Napoli si è rimesso in marcia, sette punti nelle ultime tre giornate. Deve provare a sfruttare fino in fondo le opportunità che riesce a costruirsi. Sabato a Roma sono affiorati i rimpianti dopo il pareggio sul campo di un’avversaria nervosa e per lunghi tratti arrendevole. Domani si torna in campo, a 72 ore dal match all’Olimpico, per l’anticipo della terz’ultima giornata contro il Palermo. Gli interrogativi non riguardano solo l’esito della volata-Champions, ma anche quello che può accadere a fine stagione. A cominciare da Lavezzi.
Il futuro di Lavezzi
Nell’inverno 2009, dopo aver ricucito il rapporto con De Laurentiis, il Pocho ha rivisto il contratto facendo inserire la clausola rescissoria da 31 milioni. E adesso che le voci sulla sua partenza hanno ripreso a circolare con insistenza e consistenza il presidente sembra allargare le braccia: la clausola c’è e, se una società ci dà 31 milioni, Lavezzi va via. Ma il Napoli vuole trattenere il Pocho? E Lavezzi vuole restare a Napoli? È questo il punto. Difficilmente si presenterà un dirigente con 31 milioni. Sicuramente non lo farà Moratti e lo ha detto. Anche i russi dell’Anzhi e i francesi del Paris St. Germain intendono limitare l’eventuale indennizzo per il Napoli, accordando invece un ricco stipendio all’argentino, i cui segnali per un ulteriore aumento di ingaggio non sono stati raccolti da De Laurentiis. La questione è tecnica e personale, non solo economica. È più delicata e complessa.
Il futuro con Mazzarri
Sfumate le tensioni con De Laurentiis per quelle dichiarazioni sui giovani e sui titolarissimi dopo Juve-Napoli (ma un presidente non ha libertà di opinione?), l’allenatore ha lanciato un messaggio: ho il contratto fino al 2013, resto e lavorerò per migliorare alcuni giocatori su cui la società ha deciso di puntare in futuro, come Hamsik. Mazzarri dice che da sempre si lega per due anni al club per programmare e lavorare con maggiore serenità. Il suo impegno con il Napoli scade tra 14 mesi. Se rinnova almeno fino al 2014, significa che il progetto va avanti. E, al momento, non si vede un migliore interprete per portarlo avanti e perfezionarlo.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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