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Un Napoli bello a metà; dalla cintola in giù è tutto da rifare

Londra. Dura un solo tempo il Napoli, come contro l‘Arsenal. Stavolta però a differenza della prima partita dell’Emirates Cup segna un solo gol nei primi 45 minuti contro il Porto e soprattutto cala in maniera molto più vistosa nella ripresa incassando tre reti. Quindi, un passo indietro per gli azzurri e non solo dal punto di vista del risultato. Stavolta Benitez nell’ottica della rotazione per non sovraccaricare troppo con il minutaggio ha tenuto fuori per tutta la partita diversi titolari (sono rimasti in panchina Britos, Armero, Inler e Insigne e non c’era proprio Cannavaro) e ha dato spazio per novanta minuti a Dossena, in lista di sbarco, e Fernandez, ancora sotto esame per la riconferma: tutti e due hanno fallito la prova, soprattutto l’esterno sinistro milanese. E anche Mertens, uno dei nuovi acquisti, l’altro azzurro impiegato in tutta la gara (oltre a Dzemaili e Rafael), ha dimostrato di fare ancora fatica, perdendo in maniera ingenua troppi palloni come nell’azione che ha dato il via al gol dell’1-1 del Porto.
E così alla lunga contro una squadra ben attrezzata, come quella portoghese, gli azzurri hanno pagato dazio, risentendo pure del fatto che ad inizio ripresa ha giocato Higuain ancora in ritardo di condizione, e più avanti sono entrati Maggio e Albiol, anche loro a corto di fiato per essersi uniti solo da una settimana al gruppo azzurro. Contro il Porto, quindi, più ombre, che luci, in riferimento soprattutto al secondo tempo.
Già, proprio nella ripresa quando la squadra ha provato a fare più gioco e Benitez ha inserito a centrocampo Hamsik al posto di Radosevic si è creato un effetto boomerang: il Napoli non ha più costruito veri e propri pericoli e invece ne ha subiti tanti con le ripartenze del Porto. Si è ribaltata la situazione tattica del primo tempo e il Napoli è andato in palese sofferenza, confermando che la sua specialità per ora continua ad essere il calcio veloce fatto di ripartenze, mentre si fa ancora fatica ad assimilare le novità che sta cercando di introdurre Benitez basate sul palleggio prolungato alla spagnola.
Tutti i nuovi non sono ancora al passo di quelli del vecchio gruppo e infatti contro il Porto, come contro l’Arsenal, ha brillato soprattutto Pandev. La nota lieta il giovane Radosevic, che ha mostrato grinta e personalità a centrocampo, mostrandosi prezioso in fase di non possesso palla. Illusorio il primo tempo chiuso in vantaggio con il gol di Pandev, ancora a segno, cinque reti per lui nelle prime cinque partite. Stavolta su rigore, calciato in maniera impeccabile (42′), penalty che si era procurato per una spinta di Fernando. Contro il Porto gioca trequartista in appoggio a Calaiò, contro l’Arsenal era stato lui il terminale offensivo più avanzato: cambia leggermente il ruolo ma non la sostanza, il macedone è in gran forma.
Napoli con nove undicesimi diversi rispetto alla prima sfida ma che nel primo tempo regge in fase difensiva il prolungato fraseggio del Porto e quando recupera palla prova a verticalizzare con grande rapidità. Insomma, tutto piuttosto bene anche se non esaltante come contro l’Arsenal fino all’intervallo.
Poi il cambio di scenario nella ripresa. Entra Higuain, punta centrale al posto di Calaiò. Ed entra Hamsik, al posto di Radosevic, nel ruolo di centrocampista alla Gerrard o Lampard. Esperimento da rivedere perchè in fase di non possesso il Napoli comincia a soffrire avvertendo la mancanza di un mediano vero in mezzo al campo. E infatti arriva subito l’1-1: troppo tenero Mertens in un contrasto a centrocampo, il Porto verticalizza immediatamente, palla dentro, non scatta il fuorigioco (errore di Dossena e Fernandez) s’inserisce Ghilas e batte Rafael. Il Napoli continua a soffire le ripartenze del Porto che firma così anche il 2-1. Varela sfonda a destra e mette in mezzo, Albiol manca l’intervento, arriva in corsa Fernandez e fa autogol (24′ st). Benitez, inserisce Behrami e riavanza Hamsik. Però, non c’è neanche il tempo di riorganizzarsi. Clamoroso errore di Dossena e Lica, appena entrato, segna il 3-1. La prima sconfitta, la prima delusione. Per certi versi meglio sia arrivata subito perchè c’è tutto il tempo per migliorare. Anche sul mercato.

Fonte: Il Mattino

La redazione
F.G.

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