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E’ subito Napoli-show. Callejon-sì! Marekiaro un gigante

Il San Paolo esplode al gol di Callejon, poi Hamsik realizza una doppietta bellissima: steso il Bologna

NAPOLI – C’era una volta il «fatal» Bologna: ma quel che resta – per il Napoli – d’un tabù da perderci la testa (due sconfitte in tre giorni, appena otto mesi fa), d’un «nemico» (quasi) invincibile, è la statistica presa a pallate e poi strapazzata in un’ora e mezza densa di emozioni, attorcigliate intorno a un Hamsik prepotente, a un Callejon straripante e a una squadra che butta via i pregiudizi (?) sulla difesa a quattro e tracima.
Il Bologna resta stupito, forse inibito (persino un pochino da se stesso) e può persino alzare gli occhi al cielo per aver evitato la mattanza: finisce 3-0, ci sono due gol (però giustamente) annullati ed una supremazia da restarne comunque schiacciato. L’anti-Juve per eccellenza non si prende pause e va dritto al cuore della questione, mostra il bello del calcio attraverso una manovra sciolta e una autorevolezza facilitata pure dall’atteggiamento remissivo d’un avversario che non s’intravede.

IL RUSH – Iniziale è su ritmi terrificanti, una sfida a viso scoperto all’afa del San Paolo con scatti a ripetizione e il pressing (altissimo) del Napoli che inquieta il Bologna, lo induce alla sofferenza e a starsene con sette-otto uomini al di là della linea del pallone. E’ match da vibrazioni autentiche, è un saggio sulla fase offensiva (che Benitez sceglie di offrire rinunciando a Insigne e affidandosi a Callejon) ed è un tentativo trattato sull’organizzazione difensiva (che Pioli affronta persino con un «distratto» Diamanti a uomo nella zona di Inler), è una miscela che esibisce football godibile, nonostante l’assenza del Bologna nel ripartire, nel giocarsela.
C’è immediatamente tanto Napoli, per possesso e capacità di occupazione del campo, c’è tantissimo Callejon, la stellina che brilla ora a destra e ora a sinistra, che fa le diagonali e va a tagliare, che ci prova (6’) con una randellata fulminante, un missile terra-terra annientato soltanto dal palo.

IL VANTAGGIO – Lo avverti nell’aria impregnata di Napoli, nella scelta di far sviluppare la manovra ora in orizzontale e poi in verticale, invertendo le corsie di Callejon e Pandev per tentare superiorità ovunque, e poi nell’inerzia d’una partita che Benitez lascia ingoiare in maniera bulimica: il Bologna sbuffa, resiste, poi si ritrova travolto nel mezzo e demolito nell’anima dall’uno-due che in tredici minuti trasformano il San Paolo in un vulcano.
E’ tutto scritto nitidamente sul prato sempre più verde d’uno stadio ormai tappezzato d’azzurro, è intuibile osservando i movimenti di quei quattro là davanti e dalla strenua resistenza opposta (solo) da Khrin (fino a quando ne ha) e Della Rocca, è sussurrato da un colpo di testa di Hamsik (20’) e da un pallone sfilato via al tap in di Higuain (21’): è il Napoli, señor, che fa la nottata e la lascia trascorrere a modo suo: da Pandev ad Hamsik, attraverso 30 metri di lancio; stop di petto, sventagliata di collo per la deviazione pallida di Curci e la risposta dell’1-0 di Callejon. Ma lo spot è ancora in gestazione e, poc’oltre il via del recupero, va in scena lasciando stupiti: Hamsik «sente» Zuniga, lo manda sulla corsia a danzare, poi ne attende l’assist: la veronica tra Antonsson e Garics basterebbe per l’applauso, il sinistro dopo aver saltato Cerci è per la standing ovation d’uno stadio pazzo del suo idolo.

SI CAMBIA – In teoria: Pioli infila Moscardelli, si schioda dall’atteggiamento speculare, prova con le due punte e Diamanti alle loro spalle; ma in pratica è ancora Napoli, stavolta modello-italico, che comprende il contropiede. 4’: l’angolo di Diamanti è per il mucchio e poi per l’accelerazione sull’asse Higuajn-Callejon, chiusa ad un mignolo dal palo lungo; 7’: punizione di Higuain terrificante, a un pollice dal gol; 11’: percussione di Hamsik, traversone tagliente per Higuain, l’avvoltoio anticipato da Natali. Il Bologna è un’intenzione e il passaggio dal frullatore alla tonnara è un attimo che si compie al 18’, con la manovra corale che spinge Maggio all’affondo, Pandev allo stop con scarico a Hamsik alla doppietta personale: il trono è assegnato, il re s’è insediato.
Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione
L.D.M.

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