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E’ stato un Napoli d’assalto ma la Lazio resiste

Non ci sono stati i sette gol e lo spettacolo di aprile, il Napoli ha aperto il ciclo delle ultime nove partite del 2011 con un pari e non ha compiuto il balzo in avanti in classifica. Ha concesso un tempo alla Lazio del vecchio amico Reja, accolto con affetto a Fuorigrotta, e quando si è sciolto – tatticamente e psicologicamente – ha trovato sulla sua strada lo straordinario Marchetti. Il portiere, restituito al calcio da Lotito dopo la stagione da emarginato a Cagliari, è stato decisivo nella ripresa. Ha fatto miracoli, due volte su Lavezzi e altrettante su Cavani. Peraltro, nella ripresa c’è stato un dubbio episodio: Maggio è stato fermato per un fuorigioco inesistente e quell’azione era stata finalizzata da Cavani, che negli ultimi minuti della partita ha ritrovato i guizzi del Matador. Un’occasione non colta a poche ore dalla supersfida con il City: tra 48 ore si gioca su questo campo e con questi stessi uomini, perché Mazzarri, che ha cercato di sfruttare tutte le risorse arrivando a schierare tre punte (è tornato Pandev) più Hamsik e Maggio, ripresenterà i titolarissimi. E il Napoli stavolta dovrà giocare ad alta intensità per 90′.
Privo del bomber Klose e della coppia centrale Biava-Dias, Reja ha fatto di necessità virtù e ha impostato la partita come predilige: un muro davanti a Marchetti; raddoppi sulle fasce; pressing continuo sul portatore di palla e il tentativo di far male in contropiede, almeno nel primo tempo. Ha chiuso così gli spazi agli azzurri, apparsi in affanno, come capita quando non si riesce a trovare il varco giusto. Partendo da lontano, Hamsik a sinistra e Lavezzi a destra hanno cercato di aprire spazi per Cavani, ben marcato. Maggio ha provato, senza successo, a dare colpi di gas sulla destra, mentre sull’altro fronte Dossena ha sofferto su Konko. Il Napoli ha tentato di far breccia con i tiri da fuori, quelli di Inler al 19′ e Hamsik al 32′. Ha rischiato più volte di subire il contropiede della Lazio perché a centrocampo Dzemaili è venuto meno come argine, perdendo numerosi palloni.
Mazzarri si è presentato in panchina per la prima volta con la cravatta, ma non ha tradito il suo stile e negli spogliatoi ha sollecitato in maniera forte l’orgoglio degli azzurri, apparsi più frizzanti e convinti. Lavezzi ha avuto tre palle gol in un paio di minuti e sulla più pericolosa Marchetti ha compiuto la prima delle numerose prodezze della serata. Poi la punizione di Dzemaili, quindi l’episodio contestato dal Napoli al 6′: preciso passaggio di Hamsik per Maggio, fermato però da arbitro e guardalinee per un fuorigioco che non c’era. Cavani ha spedito il pallone in porta, ma l’azione era stata fermata. Vicino al gol è andato il Matador al 29′, quando ha girato al volo verso Marchetti il puntuale servizio di Lavezzi da sinistra: la respinta del portiere è stata tempestiva e ha salvato il risultato. E l’ex nazionale, a cinque dalla fine, si è ripetutot sul colpo di testa dell’uruguaiano.
Nel finale è partito l’assedio al fortino biancoceleste. Mazzarri ha inserito anche l’ex Pandev, che non metteva piede in campo dal 2 ottobre. Tre punte e due esterni, così il Napoli ha tentato nell’ultimo quarto d’ora di mettere al tappeto la Lazio e conquistare i tre punti. Ma c’era ancora Marchetti, che numero su Lavezzi all’ultimo respiro, minuto 94′.

 

La Redazione

P.S.

Fonte: Il Mattino

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