E alla quarantacinquesima (la quarantacinquesima!) riposarono: perché è stato un anno duro. E dunque, due giorni a casa, tutti, ma proprio tutti, per rimettersi fisicamente, per riprendere un po’ se stessi e per concentrarsi poi sul rush finale.
E ALLORA – Verrà probabilmente anche il momento di Zuniga, che sta meglio ma non sta ancora bene, che si allena ma non ha nelle gambe i minuti utili per essere precettato, che può avvicinarsi alla maglia da titolare e dopo sei mesi (che scatteranno domani): fuori a Londra, Arsenal-Napoli, poi intervento ad un menisco, le difficoltà di un ginocchio strambo e un po’ malandato, magari una soglia del dolore abbastanza bassa e pure un eccesso di cautela per non compromettere il lavoro svolto. E’ andata, un anno senza Zuniga, praticamente; però adesso arrivano i Mondiali e qualcosa bisognerà pur fare, per volerli vivere: le ultimissime giornate hanno un senso anche clinicamente, serviranno al colombiano per mettersi alla prova e per rimettersi a correre come sapeva fare.
L’ALTRA FASCIA – E saranno giorni buoni pure per Mesto, che s’è ritrovato in squadra ma che comunque ha bisogno di ulteriori sedute d’allenamento per recuperare tutto il tempo perduto: nelle sette partite al big ben (otto con la finale di Roma), ci sarà abbondanza sulle corsie; perché intanto, mercoledì, dovrebbe rientrare anche Maggio, smaltiti gli effetti dello pneumotorace.
BYE BYE – C’è un mercato che resta aperto, sistematicamente, e che consente di smaltire uomini in eccedenza: in Brasile si può ancora e il Santos ha ottenuto Uvini in prestito sino a dicembre. La stagione partonepea (sarebbe più giusto dire italiana) del difensore si chiude. Il congedo verso i tifosi è da gentiluomo: «Grazie per l’affetto mostratomi in tutto questo periodo. Siete fantastici».
Fonte: Corriere dello Sport
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