Mica vero che vincere ad agosto serve a poco: aiuta a crescere, consente di trovare soluzioni alternative e poi accresce l’autostima. Il Napoli s’è divertito, in quest’estate da girovago: sette amichevoli, altrettanti successi. L’unica «macchia» a Pechino, maturata nei supplementari ed in inferiorità numerica. Il 3-0 con l’Olympiacos nulla aggiunge e – soprattutto – nulla toglie a quanto Mazzarri già sapeva, ma nella serata in cui il San Paolo s’era dedicato a Insigne, ecco emergere il solito Hamsik, il sorprendente Dzemaili e un Gamberini in versione goleador. Il computo è rassicurante, pur rilevando la relativa consistenza dei greci, che però parteciperanno alla Champions: pericoli corsi pochi, conferme ricevute varie, compreso un Behrami che ha dimostrato di sapersela sbrigare con autorevolezza pure da esterno di fascia.
IL VANTAGGIO– E comunque, mica facile giocare su un campo del genere, con improbabili tentativi di sistemazione prolungatisi sino al fischio d’inizio; però è indispensabile provarci, pur sapendo di dover sfidare la zolla nemica: e allora, da Inler a Dzemaili a Maggio, cercando la verticale di destra. Oppure «dentro», sull’asse Insigne-Vargas, che mostra di cercarsi. L’Olympiacos non è atterrato a Napoli per far da comparsa e a quei duecento spettatori che lo sostengono con passione concede qualche brivido con una randellata dal limite di Djebour che finisce ad un palmo dall’incrocio di Rosati. La partita la fa il Napoli, come da copione, però è un esercizio reso complicato dal pressing dei greci che portano nove uomini dietro la linea del pallone e comunque vanno a raddoppiare ovunque. Ma il calcio è immutabile e ad agosto non si trasforma: si segna, soprattutto su palle inattive e la punizione che al 24′ Dzemaili va a far sua non sembra però così propizia. Ma lo svizzero la «sente», ci crede e ci prova dai venti metri, con una perfida parabola sulla quale Carroll ci mette del suo.
MINI BOMBER– Il San Paolo ha occhi (ovviamente) per Lorenzo Insigne, che in quel giardino incolto sa comunque come stare in piedi, come danzare, come divertire. La volée che lascia trattenere il fiato va a cadere come una stellina appena al di là della traversa di Carroll e le veroniche nella terra di nessuno servono per mostrare, una volta di più, che talento e ispirazione non sono mai in ferie. Resta un pallido palleggio per quarantacinque minuti, il solito Maggio che trascina e uno Dzemaili anche osé nel rimediare gli angoli di passaggio.
MAXI RIPRESA– Ma il bello arriva con la frescura del secondo tempo e gl’interventi di Mazzarri: fuori Britos, Aronica nella linea dei tre e Behrami esterno di centrocampo; poi Dzemaili a sinistra ed Hamsik a destra, un binario infernale a quel punto. E infatti, al terzo è già tutto chiaro ch’è cambiata la serata: da Behrami cambio gioco per Maggio, percussione e prepotente destro, respinto da Carroll che deve tutelare i connotati, e tap in di Hamsik. All’Olympiacos rimangono le briciole, un’occasione che sfugge a Greco, un pugno di sabbia del san Paolo, qualche accelerazione di uno spregiudicato Torosidis sott’esame e, a quel punto, il ruolo di sparring partner.
LE NEWS– Aspettando Vargas, il Godot partenopeo, contropiedista nell’animo che propizia il coast to coast con Hamsik e Dzemaili, dal guscio emerge ancor prima del 3-0 Gamberini, che si produce in due rimarchevoli chiusure e poi va a sigillare l’amichevole il colpo di testa che gli vale l’ovazione di benvenuto. E però, intanto, s’era già presentato Inler in fase di costruzione, tonico e spigliato nel dettare i movimenti, i tempi. Il campionato è in fondo al vialone e Mazzarri infila nel test Donadel, che ha la possibilità di annusare di nuovo il profumo del san Paolo, e Gargano. E’ turn-over scandito dal timer, che intanto corre veloce e già conduce verso la Favorita di Palermo: il bigliettino di presentazione alla stagione è elegante.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.F.