Quando qualcuno gli ricordava che Guidolin era la sua bestia nera- e che spesso l’aveva imbrigliato – s’infuriava. Eppure i numeri parlavano chiaro: Mazzarri col tecnico di Castelfranco Veneto aveva un bilancio così e così. Solo nella passata stagione due sconfitte brucianti. Nei risultati – le vittorie dell’Udinese per 3-1 all’andata al Friuli e per 2-1 al San Paolo -ma più ancora nel gioco. Il suo Napoli era rimasto incastrato più di una volta dagli schemi di Guidolin, aveva voglia a prendersela WalterOne. Stavolta però è arrivata la dolce rivincita, nella notte più importante. Quella che doveva cacciare le nuvole di malumori incipienti e confermare il valore della sua, di squadra. E così è andata: Napoli che torna bello e vincente, che si riprende la notte, che fuga i fantasmi di una crisi che forse non c’è mai stata. Il Napoli di Mazzarri, quel Mazzarri che mette il bavaglio all’Udinese di Guidolin e si gode la gioia di una vittoria che vuol dire tanto, tutto. Quattordici punti, quarto posto assieme al Milan a sole due lunghezze dalla Juve capolista. Grande con le grandi e grande assieme alle grandi. Più avanti dell’Inter, a braccetto con i rossoneri, a una lunghezza dall’Udinese spettacolare che prima del San Paolo aveva preso un solo gol. Una delle migliori difese d’Europa prima dell’uno-due di Lavezzi e Maggio. Il doppio delle reti prese nelle giornate precedenti. Bene così. Good bye malinconia. I conti ora tornano. A lui e a tutti. Ma più che altro all’allenatore del Napoli che, un po’ per lo stress post-gara e forse un po’anche per polemica dopo le critiche degli ultimi tempi- decide di disertare la classica conferenza stampa. Lasciati con un palmo di naso radio, tv, giornalisti di carta stampata e siti internet. Silenzio stampa globale e totale. Muta la notte della gioia. L’inno, se c’è, è tutto interno. Non parla il tecnico, non parla il presidente, non parlano i giocatori. Non è il massimo dello stile, certo. Sarebbe stato bello sentire le parole dei protagonisti e non solo quelle rubate al volo al 90’da Skya Lavezzi – migliore in campo – per obblighi contrattuali nei confronti delle tv ma pazienza. Si può accettare. Specie se arrivano prestazioni così, vittorie così. Ritroveranno la parola prima della gara di Catania, probabilmente, i guerrieri azzurri e il suo condottiero. Li riascolteremo con piacere.
Fonte: Il Domani dello Sport
La Redazione
M.V.
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