Risorgere. Aggrappandosi a nuove certezze e spruzzandole con qualcosa di fresco, di nuovo, di mai visto. Mai visto, per esempio, che Duvan Zapata segni in campionato. Mai visto che ne faccia due tutte in una volta. Palla a Zapata, gol. «Lo so che non è facile prendere il posto di uno come Higuain, ma io ogni volta che vado in campo cerco di sfruttare al massimo le occasioni che il mio allenatore mi concede». Il colombiano che in Patria paragonano ad Asprilla celebra la sua resurrezione dopo 226 minuti in serie A. Non un grande cammino, fino adesso in campionato: era alla terza gara da titolare (sempre di pomeriggio e in trasferta, col Genoa e Atalanta) e tanti rimpianti: sì, per averlo preferito a Matri la scorsa estate. «Sono contento per la prova e per i gol, non è vero che non sono felice: io festeggio sempre così…», dice Duvan per spiegare il muso lungo, alla Balotelli per intenderci, mostrato dopo la doppietta. Orsù, che la vita è bella. Una serata speciale che fanno salire a quattro il bottino di reti in azzurro: le altre in Champions (il gol-vittoria di Marsiglia) e in Europa League (l’inutile 2-2 con il Porto). Insomma, terzo gol in sei giorni: comunque niente male per quello che comunque è stato – ma ancora resta – un oggetto del mistero. Serata di grazia, per Zapata: una specie di calamita umana, l’importante era fargli arrivare un passaggio qualsiasi, di sponda o diretto, d’intesa o di rimbalzo, poi ci ha pensato lui. «Devo far capire al mister che merito di giocare nel Napoli», spiega ancora sereno con quella. Era il 3 agosto quando ha segnato l’ultima rete in un campionato: era quello argentino e lui giocava ancora nell’Estudiantes. Da lì a poche ore Mauricio Pellegrino – a lungo vice di Benitez con il Liverpool e all’Inter – chiamò Rafone per dirgli di non spendere 35 milioni per Jackson Martinez perché aveva il suo gemello. Il gemello era Duvan Zapata. Che l’ultima doppietta in carriera l’aveva segnata poco più di un anno fa: era il 3 marzo, contro il Newell’s. Classe ’91, è esploso a 19 anni in patria con l’America di Calì segnando una tripletta nel sentito scontro con il Deportivo Pereira. Poi l’America di Calì è retrocessa e lui è emigrato in Argentina. Duvan torna al gol, qualcuno aveva dubbi? Lui, no di sicuro. Lui, il colombiano col faccione del personaggio buono dei cartoni animati cerca di raccontare quegli attimi sublimi che lo hanno rimesso al mondo. «Io i gol li ho sempre fatti, li voglio continuare a fare anche in Italia». Tenta l’impresa impossibile di fermarli, di cristalizzarli per sempre. «Ho sempre avuto la stima e l’affetto di tutti, sono fiero di essere il vice di Higuain che è un grandissimo campione», conclude Zapata. Il Napoli senza Higuain torna a segnare più di un gol in campionato, l’ultima volta a Sassuolo, quando gli azzurri vinsero 2-0. Poi sempre avanti un golletto alla volta (4 in cinque partite, per l’esattezza). Fino alla scorpacciata di ieri. Rinascere. Urlare al mondo che si è ancora vivi. Bentrovato Zapata. «È stata una grande vittoria anche se alla fine abbiamo sofferto troppo. Il campionato non è finito, noi crediamo ancora di poter raggiungere il secondo posto perché siamo un gruppo straordinario». Svela l’amarezza di Benitez: «Era un po’ stupito e meravigliato per come abbiamo gestito il secondo tempo».
Fonte: Il Mattino
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