Dieci anni esatti. Da tanto il Livorno non batte il Napoli e l’ultima volta anche se lontana provoca ricordi piacevolissimi, sia perché fu un successo schiacciante e sia perché riporta alla mente la stagione dell’agognato ritorno in Serie A. Quello sì atteso da una vita. Marzo 2004, giornata numero 31 nel cuore del torneo cadetto: gli amaranto vinsero 3-0 con una tripletta di Igor Protti. Noblesse oblige.
CHE GIORNO QUEL GIORNO – «Ricordo tutto alla perfezione di quel giorno – afferma il super cannoniere di tutti i tempi in maglia amaranto con 123 gol realizzati – e più di ogni altra cosa, ripensando al significato di quel 3-0, dico che è stato sicuramente un passaggio fondamentale. Eppure, mi ricordo di non aver festeggiato in modo particolare i tre gol: mi capitava in maniera naturale di contenere l’esultanza se segnavo affrontando da ex una squadra (27 presenze e 4 gol a Napoli nel 1997-98, ndc) in cui avevo giocato. La festa è arrivata qualche settimana dopo».
UN’ALTRA STORIA – Oggi, soprattutto, è un’altra storia: il Livorno lotta con i denti per rimanere aggrappato alla speranza-salvezza, il Napoli punta a riappropriarsi di un posto che vale almeno i preliminari di Champions League. «La storia in corso – continua Protti – racconta che in linea teorica un bis di quel giorno non è preventivabile, ma nel calcio non c’è niente di scritto». Al Napoli manca Higuain come già mancava all’andata quando gli azzurri s’imposero con un netto 4-0, ma stavolta l’assenza potrebbe avere un peso differente. «Sottolineando che il Napoli non è solo Higuain, dico che lo stop dell’argentino è un grande vantaggio per il Livorno».
PAULINHO L’EREDE – Le parole di Protti fanno coraggio a Bardi e compagni. «La stagione che il Livorno “doveva” fare è esattamente quella che sta facendo. Contano l’impegno e l’attaccamento alla maglia». Protti era la certezza di quel Livorno, Paulinho è la certezza di questo Livorno. «Sono felice per “Paolo”, ho un affetto particolare verso di lui perché è arrivato a Livorno che era poco più di un ragazzino e abbiamo giocato insieme nel mio ultimo anno di carriera. Dieci gol sono tantissimi e dimostrano le sue indubbie qualità. E’ un trascinatore».
Fonte: Corriere dello Sport
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