Luca ha otto anni, e non ha ancora ben capito che ci fa lassù. Il padre lo ha trascinato due ore prima, e per ingannare l’attesa gli ha comprato di tutto: giornalini, gelato, noccioline, gli ha fatto perfino assaggiare un liquido nero che gli ha fatto lacrimare gli occhi e tossire. La mamma non ce lo voleva mandare, ha detto che ha paura, che là sono tutti pazzi; a Luca non sembravano pazzi, fino a quando hanno cominciato ad agitarsi insieme, come a un segnale convenuto.
Il Capitano, nel ventre della terra, tira un lungo sospiro. Ha in mano il gagliardetto, vicino a lui la bambina con la maglia della squadra avversaria che terrà per mano. Sta pensando che aspetta questo momento da quando aveva otto anni, e si sbucciava le ginocchia col fratello nel cortile, sul cemento, col bitorzoluto supersantos. Questo momento, in questo posto, con questa maglia. E con la fascia.
Il padre prende Luca, e se lo mette a cavalluccio. Fumo, di tutti i colori, bandiere, coriandoli. Luca pensa che forse la mamma ha ragione, ma che allora è pazzo pure papà. Lo ha baciato e gli ha detto, guarda, a papà tuo, guarda. E non dimenticare. Il Capitano è coi suoi al fianco. La sera di Fuorigrotta è commossa e bagnata. Stringe il gagliardetto, le nocche bianche per la tensione.
Luca stringe la testa del papà, ha paura di cadere. Guarda il muro di gente, gli sembra che tutti si siano fermati da saltare e da urlare. Il silenzio improvviso lo spaventa. Gli altoparlanti gracchiano e poi, inattesi, i violini. Le mani del papà gli stringono all’istante le caviglie, poi lo accarezzano. La musica. La musica è bellissima.
Questo momento, da tutta la vita. Il Capitano alza lo sguardo verso l’immensa parete umana. Pensa: mio padre, mia madre, mia moglie. Chissà dove saranno, là in mezzo. Decide di guardare uno qualsiasi, tanto l’espressione è la stessa per tutti: incanto, passione, amore puro. Guarda un bambino, spunta dalle teste, sarà a cavalluccio del papà. Il Capitano sorride. Luca guarda quello alto, il primo, con la maglia azzurra. La musica, il coro, sembrano angeli. L’uomo azzurro gli sorride, e Luca fa ciao con la manina. Pensa che papà ha ragione, non dimenticherà più.
Perché il vero amore non si dimentica mai.
La Redazione
P.S.
Fonte: Il Mattino
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