«Via i bingo bongo dall’Italia», gridava Umberto Bossi. «Negher», cioè negro, insieme a «baluba» (idiota) e a «terun» (sudista), è sempre stata l’offesa prediletta dai celoduristi della purezza razziale padana. Ma adesso: contrordine, lumbard. Quel fustaccio di Mario Balotelli fa crollare una delle ultime certezze restate alla Lega allo sbando – cioè la tolleranza zero nei confronti della pelle nera – e il ghanese-siculo-bresciano più coccolato d’Italia diventa un idolo anche agli occhi del Carroccio. Borghezio – a sua volta chiamato SuperMario come l’attaccante azzurro – lancia il grido dello sdoganamento: «Balotelli è un padano con la pelle nera». Che svolta sul Carroccio. Dovuta alle prodezze del padano con la pelle nera ma forse anche al fatto che non c’è più il Trota tra i big della Lega. Bossi junior infatti annunciò, quando era in auge: «Non mi piacciono i negri e i culattoni». E tutti pensarono che con il primo dei due aggettivi il Trota stava alludendo a Balotelli, il quale gli aveva rubato la fidanzata.
Il calciatore bingo bongo diventa un idolo delle valli celoduriste, e ieri al congresso della Lega erano tutti a coccolarne l’effige, a parlare bene di lui, a cercare di dire che forse non è tanto nero e comunque è più bresciano che africano e che magari si pittura la faccia e sotto la tinta è più chiaro e insomma: siamo sicuri che Balotelli è nero ma proprio nero nero? Per coprire quel busto nerissimo, quella tartaruga scura che ormai gli piace tanto, i lumbard vorrebbero infilare una camicia verde sui pettorali di SuperMario. Lo hanno adottato: tardi, ma così è. E la prossima volta che un leghista «buttiamo a mare i negri», siamo certi a questo punto che quel grido e quel mare non valgono per Balotelli. Anche se, prima dell’exploit agli Europei, quando giocava nell’Inter i cori leghisti e razzisti si sprecavano contro il nuovo patrono dell’Italia e della Padania pallonara.
Roberto Calderoli è andato in sollucchero. «Super Mario Balotelli è meglio di Mario Monti», sostiene il triumviro lumbard durante il congresso del partito. E aggiunge: «E’ senza dubbio meglio Balotelli di Monti, perché io peggio del professore non ho mai conosciuto nessuno». E così, «io guarderò la partita di Kiev e tiferò Italia – ha concluso Calderoli – anche perché la nostra nazionale è piena di giocatori padani». Ma quello black, agli occhi delle camicie verdi, è il giocatore più giocatore di tutti. Un idolo. Un mito. Siamo alla nemesi, al paradosso, a una capriola della storia del movimento di Bossi. E se un giorno Balotelli vuole salire su un autobus a Milano, la Lega glielo permetterà o farà valere il lodo Salvini, dal nome dell’eurodeputato che propose di fare viaggiare carrozze separate a seconda del colore della pelle e dell’etnia dei passeggeri?
L’amore improvviso per il «nero padano», in casa leghista, ha anche portato all’abolizione di quelle mitiche «radiocronache anti-Italia» che andavano in onda su Radio Padania durante i Mondiali e in altri campionati Europei. E chissà se la battuta che ha sempre fatto divertire tanto i lumbard – «Rasista io? Ma l’è lu che l’è negher!» – sarà mandata in archivio. Come meriterebbe anche la trovata di Luca Dordolo, ex capogruppo leghista a Udine, che ieri sul web ha osservato: «Balotelli è uguale a un orango». Il vero problema, a questo punto, è però un altro. La sorella di Balotelli, Abigail Barwuah, la scorsa estate ha annunciato: «Potrei votare per la Lega». Ma SuperMario, nonostante la riabilitazione, di sicuro non lo farà.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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