Non se ne esce facilmente da una situazione così. L’impresa di aver ceduto Constant e di aver dato in prestito Robinho, per un attimo, fanno anche tirare un sospiro di sollievo. Se non fosse che, però, poi ci si ritrova al punto di prima: troppe lacune per una squadra che dovrebbe essere rivoluzionata per almeno otto undicesimi.
A centrocampo continua a mancare un giocatore di qualità e non perché Montolivo è fuori per infortunio. L’unico (e ripeto l’unico) che nelle tre partite americane è riuscito a verticalizzare il gioco è stato Honda. Il giapponese, ancora troppo lento e macchinoso per il nostro calcio, è però davvero l’unico nel Milan ad avere questo tipo di visione di gioco.
Per il resto, a centrocampo, i rossoneri continuano a soffrire la mancanza di qualità. Dzemaili sarebbe potuto essere un giocatore importante, non di altissimo livello, ma comunque utile alla causa rossonera. Benitez sembrava volersene privare senza troppi patemi, poi però ieri è arrivato il goal contro il Barcellona. E certi segnali nel calcio contano. La sensazione, a questo punto, è che lo svizzero possa rimanere a Napoli.
Al Milan non resta che la possibilità di bussare alla porta delle squadre europee, sperando in qualche esubero. Alex Song a Barcellona potrebbe esserlo. Luis Enrique pare aver già fatto sapere di non voler puntare sul centrocampista del Camerun che era stato acquistato dal club blaugrana nell’estate del 2012 per 15 milioni di euro. Song non ha avuto molto spazio né l’impatto che al Barcellona si aspettavano. Ma il suo quinquennale parla chiaro e la società spagnola non ha intenzioni di fare minusvalenze.
Difficile, dunque, che il Barcellona decida di cederlo, anche al momento non vale la cifra per cui è stato acquistato. Ed ecco che qui entra in gioco Galliani con la solita formula (famosa ormai quanto il parametro zero) del prestito con diritto di riscatto. Il problema è l’ingaggio: Song che compirà 27 anni a settembre, percepisce 5 milioni di euro a stagione. Troppi per il club rossonero.
Ma il giocatore sa che in blaugrana non avrà grandi chances mentre al Milan potrebbe avere l’opportunità di giocare con costanza e di uscire dall’ombra del calcio internazionale. Abbassarsi lo stipendio sarebbe il primo passo per rimettersi in gioco. Oltre a essere un giocatore di ottima corsa e sacrificio, è anche abile nella tecnica e potrebbe essere un apporto molto importante. Certo non è Pirlo e non è Xabi Alonso, ma in questo Milan attuale potrebbe tranquillamente dire la sua.
Galliani si sta muovendo anche considerate le richieste di Inzaghi che ha bisogno di una squadra più competitiva. Gli occhi di SuperPippo si era fermati anche su Rabiot, giovane talentino (19 anni) del Paris Saint Germain. Il club francese avrebbe, però, intenzione di rinnovargli il contratto in scadenza nel 2015. Quindi, eventualmente, anche in questo caso, l’idea del prestito non è da scartare. Anche perche al Milan verrebbe a farsi le ossa e troverebbe decisamente più spazio.
Perché ormai é così: il calcio italiano all’estero è considerato un po’ come le “seconde squadre” e cioè un club in cui mandare gli esuberi o i giovani per cercare di capire se mai potranno far parte della prima squadra di un top club. Ma la vera domanda è: quanto tempo passerà prima che il Milan possa tornare a essere annoverato tra i top club?
Fonte: goal.com
