L’Europa (League) è conquistata: sedicesimi di finale, con il Napoli di scorta, che raschia il fondo dell’organico e trova le energie per risistemare la pratica, resa complicata dalle sconfitte contro Psv e Dnipro, e poi archiviata partendo da lontano, dalla trequarti, dalla girata al volo di Blerim Dzemaili che capovolge lo scenario e accende le luci della ribalta.
Dzemaili, così va meglio?
«Vincere in questo modo testimonia la nostra capacità di crederci sempre, sino alla fine. Abbiamo resistito quando siamo rimasti in dieci; abbiamo sfruttato l’occasione che ci è capitata. Abbiamo dimostrato che ci siamo».
A caldo, cosa le passa per la testa?
«Che non tutti credevano nel nostro desiderio di andare avanti in questa competizione. C’era un pizzico di diffidenza. Invece il Napoli ha una sua identità ed ha tanta fame, ha intenzione di proseguire nel suo cammino in Europa e ci è riuscito. Noi vogliamo vincere, sia chiaro per l’ennesima volta: lo ha sottolineato anche questa gara in Svezia. Spero non ci siano più dubbi».
Il gol la premia per la convinzione….
«E per la capacità di Cavani di mettere in difficoltà la difesa avversaria. Siamo partiti benino, poi abbiamo dovuto controllare il ritorno dei nostri avversari. Abbiamo retto ed abbiamo trovato anche la forza per chiudere definitivamente il discorso sul passaggio ai sedicesimi. A me pare una gran bella soddisfazione».
Difficoltà di esprimere manovra ariosa se ne sono colte.
«Perché era complesso palleggiare su quel tappeto erboso, che non concedeva distrazioni e non facilitava neanche il controllo. E’ stata più dura di quello che si è potuto immaginare dall’alto. E poi ci sono gli avversari, che hanno un loro peso, una loro determinazione, direi anche una carica umanissima. Era un appuntamento decisivo per l’Aik, in una atmosfera particolarissima, creata dall’ultima gara al Rasunda. Insomma, problemi se ne potevano scorgere».
Il morale ne esce rafforzato…
«E’ stata una sfida giocata su un campo da battaglia, in un clima insolito per noi. E poi il match si era messo anche maluccio, perché l’Aik ha cominciato a spingere in maniera massiccia quando si è ritrovato con l’uomo in più. Ma ce l’abbiamo fatta».
Il vice-Hamsik come si ritrova là in mezzo?
«Mi piace giocare ovunque e mi dà soddisfazione farlo in quella zona del terreno di gioco, dove posso toccare molti palloni, sentire di più la partita. Il mio ruolo ideale, ma questo si sa, è però un po’ più dietro, diciamo da regista; ma decide Mazzarri ed io sono felicissimo di poter dare il mio contributo dove il mister vuole».
Sedicesimi di Europa League ma adesso c’è il Cagliari…
«Una gara per volta. Per il momento ci godiamo questo successo, alla trasferta in Sardegna si comincerà a pensare da oggi. Una cosa si può comunque assicurare: questa vittoria non ci cambia dentro, non ci fa montare la testa. Non ci esalteremo, insomma: la stagione è lunghissima, ma ritrovarci tra le grandi del Vecchio Continente certo aiuta l’autostima».
Napoli-2, si dice: nel quale s’è visto un bel Vargas.
«Noi in Edu abbiamo sempre creduto, anche quando ha attraversato momenti difficili. Ma lui in allenamento fa grandi cose e ne siamo consapevoli. Ha bisogno di tempo e di fiducia. E poi se la squadra gioca bene, le due punte ne guadagnano. La sua serata è stata incoraggiante e andare avanti in Europa League farà bene pure a lui».
Un messaggio che darebbe a se stesso.
«Non montiamoci la testa. Ma conosco me ed i miei compagni. Sappiamo cosa ci aspetta. E sappiamo che vogliamo vincere».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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