Gente che va: come sempre. Perché il mercato avvince con gli affari (in entrata), ma comprende pure quelli in uscita. E’ il sottile gioco dell’estate, un fiume che scorre lentamente, che porta via qualcosa del passato, che magari qualche altro deposita sulla riva, cammin facendo, fossero anche le chiacchiere. C’est la vie: è la dura vita (ma si fa per dire…) di quelli che improvvisamente scoprono la precarietà d’un ruolo, la possibilità di andare e avvertono, sulla pelle, la possibilità che stia per chiudersi un ciclo. Lo sa, eccome, Blerim Dzemaili, tre anni diciotto reti tutto compreso (tra campionato e coppe), un’alternativa di lusso che ha dovuto sfidare le gerarchie partendo sempre dal basso e comunque ritagliandosi un posto tra gli eletti: ora l’Europa chiama, piace al Siviglia, in Spagna, è nel taccuino del Borussia Monchengladbach, dunque in Germania. Ha estimatori sparsi in Italia: lui se ne sta in Brasile, con la Svizzera, aspetta di capire cosa accadrà, però senza lasciarsi travolgere dalla tensione, consapevole che a Napoli il suo tempo (forse) è scaduto.
La domanda, inevitabile, se la pone anche Pandev, l’alter ego di Higuain e di Hamsik, la prima riserva nei cambi offensivi, un bomber con la valigia, pure in virtù d’un contratto che va in scadenza tra un anno e che dunque suggerisce riflessioni sia al calciatore che al club: il Tottenham è stata una ipotesi e resta percorribile, perché un uomo del triplete interista, che ha saputo restare ad alti livelli, ha un suo mercato. Poi ci sono le variabili impazzite, le verifiche che riguardano i mutamenti in corsa, il richiamo nerazzurro che avverte Behrami, pure lui con un piede dentro e l’altro indiscutibilmente fuori da Castelvolturno; e ancora: i prestiti e le comproprietà: Gargano può rimanere al Parma, ma chi può sbilanciarsi sulla scorta delle ultime evoluzioni? E Vargas ha un suo costo: il Valencia resta in attesa d’una risposta, ma il Napoli pretende cash e anche una rispettosa valutazione per un centravanti che con la nazionale cilena ha confermato di avere una propria carica offensiva. Appuntamento da fissare con l’Atalanta, dove da due stagioni a centrocampo domina Cigarini: è una comproprietà e rinnovarla, ora che l’istituto è in via di estinzione, non sembra opzione da raccomandare. Urge un accordo, per dar corpo al tesoretto azzurro.
Fonte: Corriere dello Sport
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