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Dzemaili: “Obiettivo? Vincere l’Europa League. E per lo scudetto…”

Uè, vado a giocare con Hamsik. Lo slang più improbabile della Valle (del Sole) è un misto di macedone, svizzero, italiano, napoletano e vattelapesca: e però in quel frullato c’è il senso d’umiltà, d’ironia e pure di leggerezza d’un uomo che un bel giorno, un anno fa, decise d’infilare per l’ennesima volta la testa in un giallo di Carofiglio per lasciarsi sostenere dall’avvocato Guerrieri nella sua «arringa» su Napoli. «E invece l’inizio fu difficile: io sono timido e quando arrivai avvertii timore reverenziale nei confronti di ragazzi che invece sono stupendi» .

Vedi Hamsik e poi… Le storie del calcio hanno anime pure candide e il Blerim Dzemaili che si presenta a Castelvolturno, nell’estate del 2011, è il fratello pavido di quello che ora – invece – dal palco del teatro comunale di Dimaro scruta l’orizzonte e piomba ad ali spiegate in un Vecchio Continente da stregare con una impatto speciale: «Io sento parlare con distacco dell’Europa League, ma a me piacerebbe tanto vincerla. Sono qui per prendermi altre soddisfazioni e la notte di Roma e della conquista della Coppa Italia resta indimenticabile Però adesso si guarda avanti e a me quella manifestazione piace davvero tanto».

CORSA FOLLE– E però mica finisce qua, dispensando consigli sull’inverno che verrà, su questo tour internazionale da vivere con assoluta convinzione: perché il Napoli di quello Dzemaili così riservato e un po’ introverso, stavolta sembra persino un po’ spaccone: « Io credo che non dobbiamo aver paura di nessuno, che poche squadre ci siano superiori – diciamo cinque o sei – e che sia possibile concorrere a pieno titolo. Rispetto alla passata stagione ci sono due volti nuovi, poi Insigne e Britos, Donadel e Pandev che possono giocarsela con maggior spazio e minori guai». 

 

CIAO POCHO– Il passato non ritorna e non c’è più traccia dello Dzemaili del luglio del 2011, ma il fratello «gemello» che stavolta parla sospirando e però quasi «brandendo» il microfono sa bene ciò che vuole e sa persino come prenderselo: «Il gruppo e forte, abbiamo vinto la coppa Italia e siamo intenzionati a continuare a farlo. La Juve è forte, ma l’abbiamo già battuta. E’ vero, non abbiamo più il Pocho: è un peccato, ovviamente, ma dobbiamo guardare avanti, perché il discorso è chiuso. Ora si ricomincia da zero, si mischiano le carte. Confesso che Insigne mi ha impressionato veramente tanto»
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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