Uè, vado a giocare con Hamsik. Lo slang più improbabile della Valle (del Sole) è un misto di macedone, svizzero, italiano, napoletano e vattelapesca: e però in quel frullato c’è il senso d’umiltà, d’ironia e pure di leggerezza d’un uomo che un bel giorno, un anno fa, decise d’infilare per l’ennesima volta la testa in un giallo di Carofiglio per lasciarsi sostenere dall’avvocato Guerrieri nella sua «arringa» su Napoli. «E invece l’inizio fu difficile: io sono timido e quando arrivai avvertii timore reverenziale nei confronti di ragazzi che invece sono stupendi» .
Vedi Hamsik e poi… Le storie del calcio hanno anime pure candide e il Blerim Dzemaili che si presenta a Castelvolturno, nell’estate del 2011, è il fratello pavido di quello che ora – invece – dal palco del teatro comunale di Dimaro scruta l’orizzonte e piomba ad ali spiegate in un Vecchio Continente da stregare con una impatto speciale: «Io sento parlare con distacco dell’Europa League, ma a me piacerebbe tanto vincerla. Sono qui per prendermi altre soddisfazioni e la notte di Roma e della conquista della Coppa Italia resta indimenticabile Però adesso si guarda avanti e a me quella manifestazione piace davvero tanto».
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