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Dzemaili: “Napoli, è arrivato il momento di vincere”

Dopo la tripletta al Torino, lo svizzero spera di continuare il suo momento domenica contro il Genoa

Dze-mai-li: tre sillabe, tre gol. Notte magica, Torino nel destino, un pizzico di amarezza perché contro c’era Urbano Cairo, il presidente che non dimenticherà mai, e poi il primo pallone nella borsa che significa Hat-trick, la tripletta da archiviare nella memoria e l’attrezzo da esibire in bacheca in stile inglese. Sì, sabato dall’Italia Blerim Dzemaili ha portato un pallone e tanta gioia in dote a Zurigo: una Pasqua strabiliante, quella trascorsa in famiglia, un po’ a casa e po’ allo stadio, a tifare per l’amico Kasami. Ma questa è un’altra storia. Il capitolo più interessante è un altro: la caparbietà e il carattere, il lavoro e il sacrificio, prima o poi pagano. E magari ti fanno anche schizzare nell’elenco dei titolarissimi.

LA PRIMA VOLTA – E allora, che notte quella notte dell’Olimpico. Granate sui granata. Bombe di cuoio che hanno fatto saltare gli schemi e alla fine anche i propositi di Blerim: lui, portato in Italia proprio dal Toro di Cairo nel 2008 dopo un brutto infortunio rimediato in Premier con il Bolton, ha rispettato il popolo che lo ha apprezzato anni fa non celebrando dopo il primo e anche dopo il secondo gol, ma alla terza firma proprio non ce l’ha fatta. E ha esultato: giustamente, più che giustamente per uno che in carriera non aveva assaporato mai neanche l’ebbrezza di una doppietta, e che in una partita sola ha collezionato i gol che finora era riuscito a segnare in un intero campionato (a Zurigo, due volte, e in azzurro nella stagione precedente).

I RECORD – Frantumati tutti i primati personali: dopo la partita di Torino, infatti, sono diventate 4 le reti annuali in serie A, una più del precedente record (stabilito ancora a Napoli), e 6 quelle stagionali considerando quelle in Europa League all’Aik al San Paolo e in trasferta, due più rispetto alle 4 complessive della stagione 2005-2006 a Zurigo. Bene, bravo, tris.
PRESTAZIONE COMPLETA – La tripletta in copertina, è ovvio, ma non solo. Sabato Dzemaili ha giocato una partita tutta intensità, qualità e quantità; carattere e astuzia: ha corso per due, recuperato palloni, gestito con serenità il gioco passato dai suoi piedi e, ciliegina delle ciliegine, guadagnato la punizione che Cavani ha poi trasformato, disturbando anche di mestiere la barriera. Cose studiate. Come lo schema del gol dell’1-0: la dinamite del suo destro – preciso, potente e secco da manuale e da proiettare nelle scuole calcio – ma anche l’applicazione pratica del lavoro della settimana.
LE GERARCHIE – E ora? Beh, Mazzarri avrà un problema in più da risolvere nella maratona tutta svizzera che si ripete ormai da un bel po’: gerarchie in bilico, c’è poco da dire e da fare, e dualismo con Inler, più che con Behrami, vivo e stimolante. Tutto nella norma di una grande squadra, comunque. Tutto molto interessante: perché Dzemaili cerca la continuità (senza trovarla) da una vita, diciamo sin da quando è arrivato in azzurro, e avere un’ulteriore soluzione è senza dubbio un elemento fondamentale per la crescita della squadra. E pensare che a gennaio è stato sul punto di passare al Milan nell’ambito di uno scambio, poi saltato, con Nocerino.
PASQUA SVIZZERA – Personaggio riservato, 27 anni da compiere tra dieci giorni, sei lingue parlate e la passione per i libri e la politica italiana, Blerim ha trovato anche l’amore di Alessia nel corso della sua esperienza napoletana. Non è raro vederli passeggiare o cenare in centro insieme con gli amici di sempre, l’imprenditore Giupy Maddaloni e il fotografo svizzero, Toto Marti, ma dopo la partita di Torino lui è tornato in auto a Zurigo con il fratello Bettim e rientrerà oggi. Affetti familiari e amicizie, nel carnet pasquale: prima di tornare al lavoro insieme con i colleghi a Castelvolturno, infatti, ieri Blerim ha tifato allo stadio per l’ex palermitano Kasami in Lucerna-Basilea 0-4. Giusto per non perdere il feeling con il campo. Buon per il Napoli.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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