Perché poi il gol (per lui) non è mica uno sconosciuto… B come Blerim, però anche come bomber: e il quinto Dzemaili, quello che ci ha preso gusto con il Sassuolo (una rete all’andata, un’altra al ritorno) ha ricominciato semplicemente a modo suo, sistemando le statistiche, avvicinando se stesso, sognando di andare in doppia cifra, lui che un anno fa s’è fermato a quota nove. Poi lo chiamano il goleador di scorta, perché intanto nella vita gli tocca fare altro: a lui piace(rebbe) dirigere, professione regista; i tecnici lo spingono un po’ di qua e un po’ di là, assai mediano, dedito all’interdizione, e quando capita anche mezz’ala. E allora, avanti Lo chiamano il goleador di scorta. «Faccio quello che posso e spero che vada sempre meglio. Pensiamo al riscatto in Europa»tutta, per quel che può,
segnando con discreta continuità, togliendosi pure qualche sassolino dalle scarpe verso una critica ritenuta impietosa nei suoi confronti. «Faccio quel che posso, anche se non capisco certe argomentazioni sul mio ruolo» .
DI NUOVO LUI – Quando il gioco si fa duro, Dzemaili si mette a giocare: il metodo-Benitez gli lascia il posto nell’epicentro del Napoli, uno dei due dediti a cantar e a portar la croce, e quel concentrato di muscoli e di risorse insospettabili estrae quasi dal nulla la sua sassata (un po’ sporca), indirizza la partita nel senso giusto e poi si rimette a pensare a quella esistenza da precario. Titolare, certo, ma nell’emergenza: quest’anno gli è toccato tredici volte, neanche poco a dire il vero, ma è nell’aria il ruolo di «subalterno» (assai spesso di Inler, qualche volta di Behrami) e ora ch’è arrivato anche Jorginho…Poi c’è il Sassuolo, la vittima preferita di quest’anno, e lui si ritrova in campo: palla dal limite, non se lo lascia suggerire mezza volta, ritrova la felicità. «Sono contento per come è andata e spero vada sempre meglio. Siamo in grado di competere su tutti i fronti, di giocarcela con chiunque: ora c’è l’Europa League e a noi piacerebbe un sacco riuscire ad arrivare dove sognano di arrampicarsi i tifosi» . Appuntamento a Torino, possibilmente, per una finale, un’altra, dopo la gioia dell’Olimpico di Roma, di due anni fa, conquistata da protagonista: «Indimenticabile vincere qui» .
IL RECORD – Stupirsi sarebbe errore grossolano, perché l’uomo ha dento di sé un richiamo verso il gol: stagione scorsa, quella impregnata d’una serie di contraddizioni, come la cessione al Milan (scambio con Nocerino) rimossa semplicemente dalle difficoltà di chiudere una trattativa nelle ultime ore del calciomercato di gennaio, Dzemaili ne fa nove, e in che modo. La scena madre è a Torino, contro la sua ex squadra, quando il bomber ch’è in lui si scatena e lasciando dondolare il capoccione spiega a tutti: «Non ci credo» . Infatti. Ne fece tre, ed in un’ora e mezza, come solo Cavani, che quel giorno invece si fermò alla doppietta.
CURIOSITA’ – Lui sceglie contro chi accanirsi e procede: stavolta è toccato al Sassuolo; un anno fa furono invece dalla sua «ira» i poveri svedesi dell’Aik Solna, battuti da Dzemaili sia all’andata che al ritorno. E poi vive di slanci, famelici: due stagioni fa, si sbloccò contro il Lecce e visto che si era divertito, segnò nella partita successiva a Novara.
CANDIDATO SEMPRE – Però Dzemaili è lì, titolare o riserva: cinque gol quest’anno, che si aggiungono ai diciassette precedenti, che spingono soprattutto verso il Galles, destinazione Swansea, perché ora c’è da cancellare, con un colpo solo, possibilmente secco, magari il suo, la doppia sconfitta contro il Viktoria Plzen. «Bisogna riscattarsi» . E’ il suo momento e dunque…
Fonte: Corriere dello Sport
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