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Dzemaili, ieri un vice, oggi un nuovo tenore

Lo svizzero è stato ad un passo dall'addio ora invece è un giocatore indispensabile per il gioco di Mazzarri

La stagione di Blerim Dzemaili è l’esempio tipico della bellezza del calcio: comincia così così, continua peggio, arriva a un punto morto e poi rinasce all’improvviso. Ed esplode: sette gol in campionato, nove in totale, una pioggia di offerte, il cuore che diventa sempre più azzurro e un rinnovo da trattare. Momento magico. E non finisce, non può finire qui: la Champions e la grande Europa, d’accordo, e poi anche il mondo. Il Mondiale. La nuova sfida. Il nuovo sogno da coronare nel 2014.

TIPO NAPOLETANO – E allora, il ciclone Blerim. Uno svizzero macedone-albanese che, però, ha trovato una nuova casa davanti al Golfo e sotto il sole: Napoli ovunque. Nella mente e sulla pelle. Innamorato pazzo, della città e della gente; dell’amico del cuore, Giupy Maddaloni; della vita che vive intensamente come un napoletano qualsiasi. Un esempio? Un paio: è quasi tempo di vacanze, di relax e viaggi, eppure Blerim tra un programma e l’altro ha deciso che una parte delle sue ferie saranno made in Naples. Sì, proprio così: magari a Capri, che ama visceralmente, oppure in giro a respirare aria di mare. E ancora: il suo giorno libero post Bologna, e dunque post Champions, è andato in archivio passeggiando per le vie del centro dopo un pranzo sul Lungomare insieme con Alessia, la splendida compagna a cui dedica il mezzo cuore disegnato con le dita della mano dopo ogni gol. Una scena che di recente s’è ripetuta spesso. 
COME CAVANI – Sì, pur avendo un tiro eccezionale, secco e preciso nonché potentissimo, Dzemaili non è mai stato un centrocampista goleador alla Hamsik, per intenderci. O almeno, non lo era mai stato fino a qualche tempo fa: tripletta con il Toro, capolavoro a Pescara, graffi al Genoa e a Bologna nel giorno del brindisi al secondo posto. Sei gol dal 30 marzo; soltanto uno meno di Cavani (che però ha giocato una partita in meno: vabbè, Edi è Edi). Media pazzesca, un tris come quelli del Matador, tanta intensità e un bel po’ di qualità. Alle sei reti dell’ultimo periodo, ovviamente, bisogna aggiungere la sassata con la Fiorentina all’andata e i due squilli in Europa League con l’Aik Solna, all’andata e in Svezia. Totale, nove volte Blerim: un passetto ancora e sarà doppia cifra. 
SEGRETO RITIRO – E pensare che la stagione era cominciata un po’ così e precipitata addirittura fino al limite della cessione tra Natale e la sessione invernale del mercato: poco spazio, qualche incomprensione con Mazzarri, l’idea dello scambio con il Milan (per Nocerino) e la prospettiva di essere sempre il terzo svizzero del tris completato da Behrami e Inler. Poi, la svolta: dalla sfida con l’Atalanta a seguire, e dunque dalla partita che ha rilanciato il Napoli dopo la crisi, Dzemaili ha sempre giocato. E soprattutto lo ha fatto benissimo, al di là dei gol. Il segreto? Carattere d’acciaio, entusiasmo e la nuova posizione: più avanzato, con licenza d’inserirsi e colpire. Di tirare. Un’idea provata e riprovata in estate in ritiro ma accantonata. Salvo poi essere rispolverata dal tecnico azzurro nel momento della svolta. 
LA NAZIONALE – Il resto è storia nota: otto partite consecutive, sei gol e un ruolo da protagonista nella conquista del secondo posto. Missione compiuta: ha vinto Dzemaili. Ha vinto la sua caparbietà. E ora, la Nazionale. Dopo Natale, nel momento buio, per un giro non fu convocato, e in occasione dell’ultima trasferta a Cipro non ha collezionato neanche un minuto: per come stanno andando le cose, però, per il Ct Hitzfeld sarà dura tenerlo fuori in vista del prossimo impegno dell’8 giugno (ancora con Cipro ma in Svizzera). Nel mirino, Brasile 2014. 
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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