Mediano, che è il suo ruolo naturale, ma anche mezzo rifinitore alle spalle di Cavani e, per necessità, persino esterno destro. Insomma, se l’è inventate tutte, Blerim Dzemaili, per trovarsi un angolo di prato. Ma non è un fatto eccezionale. Tra le qualità del giovanotto, infatti, spicca spesso la duttilità. Che è un po’ qualità e un poco arte: la qualità di chi ha piede buono per tutte le occasioni e l’arte di arrangiarsi quando la concorrenza è forte e gli spazi sono limitati. Tranquillo, timoroso di Dio e dell’allenatore, Dzemaili se ne sta là: forte del suo lavoro e sempre speranzoso di giocare. E la ragione sta dalla sua parte, visti i numeri delle presenze, dei gol, degli assist. Come dire che se non è in quell’élite che passa – o passava – sotto il nome di “titolarissimi” , lui comunque gira da quelle parti. E’ sulla porta del club. E non solo perché là in mezzo il Napoli è spesso in sotto organico e quindi in sofferenza. Mazzarri, infatti, pensa immediatamente a lui quando c’è da sostituire Inler o Gargano o Hamsik, oppure quando manca un attaccante e non c’è neppure Pandev.
CERTEZZA – Detto fatto. E capitato così contro il Novara, quando alle contemporanee assenze del Pocho (ancora dubbi sulla sua disponibilità per domani sera) e dell’ex interista (Pandev per squalifica non sarà neppure a Lecce), s’è aggiunta anche la voglia di Mazzarri di rischiare niente dopo tre batoste una di fila all’altra. Infatti, arruolati tutti i centrocampisti a disposizione, con Dzemaili ora partner di Hamsik alle spalle di Cavani e ora (ovvero in fase di non possesso) mediano assieme a Gargano e Inler in una inusuale linea a cinque completata da Maggio e da Zuniga. Inusuale, però protettiva d’una difesa che troppe volte s’era arresa con colpe agli avversari. Una mezza novità tattica che Mazzarri potrebbe sperimentare ancora. Ed è proprio quel che spera Dzemaili, il quale, in punta di piedi come è sua abitudine, in questo finale di stagione si candida al ruolo di centrocampista aggiunto e permanente. Allo svizzero, amico di Inler sin dai tempi degli scudetti di Zurigo, piacerebbe un sacco essere promosso titolare in questo finale di stagione. Gli piacerebbe diventare un punto fermo della formazione. Per dirla in una parola sola: un “titolarissimo” .
ALTRUISTA – Dalla sua ha ora anche la buona prestazione di sabato sera col Novara e la buona intesa con gli altri due del centrocampo. Ma se Mazzarri recuperasse Lavezzi il discorso si complicherebbe, questo è chiaro. A fargli posto, infatti, a meno di improbabili rivoluzioni, dovrebbe essere proprio uno di quei tre davanti. Una scelta nient’affatto facile per l’allenatore confortato, sì, dall’idea di poter contare su uno Dzemaili in più, ma nient’affatto convinto di poter rinunciare a cuor leggero a uno dei suoi tre tenori. Ma Dzemaili non demorde, mentre il Pocho fa i conti con dubbi ed ecografie e mentre ancora Cavani lo ringrazia per l’ultimo assist. Perché contro il Novara lo svizzero avrebbe potuto battere il suo record di gol di “tutti i tempi” e invece non s’è lasciato affascinare dall’idea e ha dato palla al Matador per un gol facile facile. Questione d’attenzione e d’altruismo.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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