Beata gioventù. Un ragazzone d’ebano che segna un gol da fenomeno, il primo in Champions, il primo con il Napoli, con il 91 sulle spalle, numero del suo anno di nascita, fuori smorfia, oltretutto. E resta lì, quasi fermo, in breve sommerso dalla felicità dei compagni. Benedetto Duvan Zapata, attaccante colombiano, che ha scelto il modo migliore per prendersi la sua fetta di gloria europea, lui di fresco arrivato dall’Estudiantes, dove aveva già fatto parlare di sé.
Ma il colpo esibito al Velodrome (testa alta, palla a cercare l’angolo lontano: bingo) che per quanto sventrato, di magie simili se ne intende, è stato davvero Mertens, eccezionale protagonista della serata: «Giocare in una squadra così è davvero bello»
tanta roba: «Sono contentissimo per il gol. Sono arrivato per ultimo, so di non essere ancora al top. Mi auguro che la mia condizione continui a migliorare con il passare del tempo» . Almeno in questo, la reazione è stata umana.
Zapata aveva sostituito da una decina di minuti un certo Higuain. E dopo questa prestazione, completata anche da generosità a disposizione della squadra, la questione che si pone è naturale: «Io in coppia con Higuain? Sono a disposizione del mister, sono una punta centrale» . Un po’ fredda, e un po’ calda, insomma. Ma intanto il giovane Zapata si gode una notte coi fiocchi. Poi ci penserà Benitez a farne buon uso.
SCATENATO – Se Duvan è l’ultimo arrivato, Dries Mertens è stato il primo, della gestione Benitez intendiamo. Il piccolo furetto belga, prelevato lo scorso giugno dal Psv, ha vinto alla fine il ballottaggio con Insigne, un po’ stanco. Se dell’azzurrino di sicuro non possiede certe finezze tecniche, né i cambi stretti fulminanti, Dries qui a Marsiglia ha fatto quanto di meglio poteva, risultando subito la marcia in più, prevalentemente a sinistra, dove ha mandato al manicomio il povero Rod Fanni, non a caso richiamato a inizio secondo tempo da Baup, alla ricerca di un puntello migliore sulla fascia del suo Om.
Mertens ha spiegato anche cosa gli aveva chiesto Benitez, dimostrando di essere stato il più lesto a mettere in pratica le direttive del tecnico di Madrid: «Ci ha detto di mettere subito pressione all’Om» . Lui, come detto, non ha aspettato un secondo. Poi l’ex Psv si lascia sfuggire un po’ di rammarico per quello che è accaduto a Londra: «Peccato che il Borussia Dortmund ha vinto in casa dell’Arsenal ». Ma il tempo dei calcoli non è mai produttivo nel calcio, soprattutto in Champions. Meglio pensare al futuro in senso positivo.
Tra quindici giorni poi in capo alla prossima serata europea del San Paolo, ospite stavolta il Marsiglia, magari i conti torneranno davvero, se messi in confronto a quel che sarà accaduto a Dortmund. Eppoi arriverà il gran finale, contro tedeschi e inglesi. Mertens ha dimostrato di essere qualcosa di più che un semplice sostituto di Insigne o di Callejon. Con quest’ultimo per altro ha scambiato palla e posizione con grande tempismo. Il belga ha anche cercato il gol, senza egoismo, ha offerto a Zapata l’assit, di tacco, per il 2-0 e in precedenza, nel primo tempo, aveva messo Higuain solo davanti a Mandanda, rimanendo per un attimo impietrito davanti all’errore del Pipita. Ma subito dopo, ha ripreso a macinare metri, come se nulla fosse. Il segreto? «E’ bello giocare in una squadra così» . Soprattutto in una serata come questa, che dall’Europa riconsegna al nostro campionato un Napoli da corsa.
Fonte: Corriere dello Sport
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