NAPOLI – Comunque lui. Pure quando sembra non averne più. E si trascina. Sgomita, si dimena e lotta. Punta il difensore, lo salta, scappa via, poi si ferma e prende fiato. «Non ce la fa più, ecco che esce». Macché, ne ha, ne ha…. E Benitez aspetta. E’ stato così anche con lo Slovan. Il Pipita già pronto e ormai caldo, la lavagnetta quasi alta per il cambio, ma ancora un’azione, l’ultima, la sua. Cross alto e molle, la palla che viene giù a palombella, muscoli e centimetri a contatto, saltano tutti, braccia che mulinano l’aria, il difensore stacca, ma è lui che la prende. E’ lui che fa gol. E’ Zapata: sempre. Tre reti di fila, e tutte a modo suo. Duvan essere più che apparire. Fa i fatti, e li fa in area di rigore. Segna e non esulta: tutt’al più si concede un sorriso e un abbraccio. L’antipersonaggio per scelta. Pure se ora ha i basettoni folti, quasi a darsi un tono. C’è chi ha la barba e chi la cresta. E chi si impomata col gel. Lui, le basette. Timidamente, senza esagerare. Zapata il buon padre di famiglia. Che è poi, essenzialmente, anche il buon bomber da panchina: sereno quando deve starci e in tutte le occasioni, affidabile e concreto. «Quando Benitez mi chiama devo sfruttare la mia occasione. Ho Higuain davanti: grandissimo. Da lui posso solo imparare tanto. Io sto là e aspetto..». E c’è. C’era anche contro lo Slovan Bratislava. Missione compiuta, la solita. Basta dargli un pallone… Terzo gol di fila in questa stagione, il primo in Europa League: l’undicesimo da quand’è a Napoli. Impressionante la media generale: una rete ogni 108,5 minuti. Che scende a poco più di un’ora (67’ per la precisione) in campionato.
Zapata l’alternativa che è titolare. Pipita intoccabile, il numero 9 in assoluto. Lui quello appena dietro. Subito dopo. Uno in più insomma, e perciò 91 (9+1): il numero che è anche quello dell’anno di nascita, suo e di Manolo Gabbiadini. Generazione di bomber di scorta. Ma Duvan è già avanti. Anzi, si butta avanti. Per vocazione. Fino all’ultimo, fino a che si può e ne ha forza. Zapata decisivo nel recupero contro la Samp, quando sembrava ormai finita con l’Empoli e lo Slovan, con la sostituzione praticamente già chiamata. Pipita, un attimo: segno ed esco. Ma solo dal campo. Mai più dai radar: né di Benitez, né di chi lo corteggia sul mercato. Zapata è cresciuto. Come i basettoni…
Fonte: Il Corriere dello Sport
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