L’ex ct del Brasile:
«Un allenatore che metta insieme il talento che aveva in squadra il Brasile del 1982 e la concretezza delle squadre di Capello costruirebbe una macchina da vittorie. Un mostro imbattibile. Benitez ama il bel gioco, è vero, ma è anche molto concreto». La ricetta di Carlos Dunga è il riassunto della sua carriera. Dunga, il Cucciolo, da giocatore è stato un formidabile mediano e ha giocato in tre squadre italiane: Pisa, Fiorentina e Pescara. Era capitano della Seleção che nel ’94, nel forno di Pasadena, vinse il Mondiale ai rigori contro l’Italia. Ct del Brasile dal 2006 al 2010, ha vinto l’ultima edizione della Confederations Cup in Sudafrica. Ora è l’allenatore dell’Internacional di Porto Alegre.
Nessuno meglio di lei conosce Leandro Damiao: è pronto per la serie A?
«Con i giovani bisogna avere sempre molto pazienza. Il Napoli è una società importante, sa gestire i talenti. Damiao poi non è giovanissimo. Però in certi aspetti sembra un leader, insegue l’avversario per tutto il campo, ama i contrasti ed è molto generoso per tutti i 90 minuti. Oltre ad avere un grande fiuto del gol».
Se va via Cavani, può essere il suo sostituto?
«I due si somigliano come caratteristiche fisiche e caratteriali. Nel senso che sono due ragazzi che danno sempre l’anima, due attaccanti che diventano facilmente idoli dei tifosi proprio per la voglia di sacrificarsi e di dare sempre il massimo».
Secondo lei verrà a Napoli?
«A me dispiacerebbe perché punto molto su di lui. Ma mi ha detto che si sente pronto per l’Europa, che ha voglia di venire a giocare lì. In fondo, come è successo a me, quando scatta questo desiderio bisogna assecondarlo».
C’è una piccola asta per lui?
«Sì, oltre il Napoli ci sono anche delle squadre inglesi che sono venute a vederlo in Libertadores. Ripeto, sono sicuro che può far molto bene e potrebbe anche non far rimpiangere Cavani. Peccato si sia fatto male, altrimenti con il Brasile nella Confederations tutti si sarebbero accorti delle sue qualità».
A Napoli potrebbe anche tornare Vargas?
«Col Gremio alterna prove esaltanti ad altre opache mentre con il Cile è davvero straordinario: sinceramente non so cosa sia più giusto fare, forse è meglio non mettergli troppa pressione».
Nel suo Internacional gioca una delle promesse del calcio brasiliano, Fred.
«È vero, chi lo prende adesso fa un affare d’oro. Ha solo vent’anni, con me fa un po’ l’esterno e un po’ la mezzala ma ha i tempi giusti per inserirsi in area di rigore. Buona tecnica, lancio lungo e visione di gioco. Tra un po’ impazziranno per lui».
Un altro nome accostato al Napoli è quello di Fernando del Gremio. Dicono che sia un Dunga con i piedi un po’ più buoni?
«E allora gioca come Maradona? Scherzo… è un ottimo regista. Poi ha tanta personalità che non è facile trovare in un ragazzo di 21 anni».
Che consigli dà a Rafa Benitez?
«Lui lo sa bene: nel campionato di serie A ogni partita è una guerra e conta solo vincere. In Italia non c’è pazienza. Non ce n’era quando giocavo e non è cambiato nulla da allora».
Ora è all’Internacional. Ma poteva essere all’Inter o anche alla Lazio?
«È vero, questione di pochi dettagli. Ma non è detto che non succeda in futuro che possa ritrovare la serie A».
Lei però ha Diego Forlan, in passato il sogno di Benitez?
«Ma lui ha grandi giocatori che allenerà nel Napoli: la Champions sarà una vetrina eccezionale»
Veniamo alla Confederations.
«Il Brasile ha l’obbligo di vincere. Di vincere adesso e tra dodici mesi il Mondiale».
E l’Italia?
«Quando non è la favorita, è la nazionale che più di tutte è capace di sorprendere. Mi sembra che Prandelli abbia davvero un bel gruppo».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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