Il Mondiale, certo: perché ora che la palla rotola a quei livelli, ci sono motivi di distrazione e una tensione latente. Però poi c’è il mercato, chiaro: e quello verrà dopo – magari non al di là del 13 luglio, giorno della finale mondiale – quando si sarà un po’ affievolito l’effetto-Brasile e si potrà cominciare a chiacchierare con l’attenzione di cui ha bisogno un argomento del genere. Comprare, vendere, innanzitutto meditare (anche, o soprattutto, strategicamente): la priorità è il centrocampista, l’uomo da sistemare nel cuore del Napoli e concedergli le chiavi della squadra; c’è un elenco che va snellendosi, lo domina (come) sempre Maxime Gonalons (25), ma sino a quando il Lione non farà seriamente intuire quali siano le proprie intenzioni, l’affare resterà avvolto nella nebbia di ciò ch’è stato, cioè un bel caos. Però la precedenza va a lui, al suo modo di fare calcio, magari anche all’assenza di registi capaci di interdire, uomini double-face in grado di rasserenare Rafa Benitez che ha bisogno di un giocatore con determinate caratteristiche: Gonalons è il profilo ideale (anagraficamente, economicamente, fisicamente), la sintesi perfetta per sistemare (quasi) del tutto l’organico nella zona nevralgica. C’è l’ostacolo Aulas da superare, le sue provocazioni, i cambi di umore e di valutazione di un giocatore che a gennaio sembrava già del Napoli con ben più di una stretta di mano. Gonalons o in alternativa Sandro (25) del Tottenham, ma il francese più di Sandro e di ogni altro, perché l’abbuffata di dvd utilizzati per verificare l’evoluzione tattica del brasiliano ha offerto indicazioni già note: bravo è bravo, e ci mancherebbe, ma quel sudamericano di talento ha la corsa troppo in avanti, sente il richiamo dell’area avversaria, rompe l’equilibrio, virtù che invece è in Gonalons, distante (però) almeno cinque milioni di euro dalla volontà del Napoli. Diciassette contro dodici. Almeno per adesso. Ma il mercato cambia ogni giorno e nei prossimi mesi ne succederanno molte.
LA NEWS. Poi si procederà ad altro: perché il piano – partito con l’acquisto in tempi rapidissimi di Koulibaly – è ormai nei fatti, si avanza per gradi, si partirà dall’unica autentica necessità (il centrocampista), poi si cercherà l’attaccante che sappia fare anche la seconda punta, e questo è Miguel Perez Cuesta, in arte Michu (28), spagnolo di Oviedo di stanza allo Swansea, un corazziere che a Benitez non dispiace affatto e sul quale il Napoli ha lanciato non solo la propria attenzione ma pure se stesso. Michu ha il profilo per essere ciò ch’è stato Pandev, visto che il macedone è nella lista dei partenti, per assicurare la rotazione a «el pipita» o ad Hamsik: ha fame, ha sensibilità tecnica, ha struttura, ha anche costi ragionevoli, perfettamente aderenti al fair play finanziario e poi, secondo lo staff tecnico, garantirebbe l’arricchimento di quella qualità di cui si va alla ricerca per migliorare questa squadra.
DUELLO. Ma Michu è un’ipotesi e Ivan Perisic (25) ne è un’altra, egualmente autorevole e forse di più, perché il croato del Wolfsburg ha dalla sua una classe che l’eleva a calciatore di riferimento anche piuttosto conteso, visto che si è informata anche la Juventus. E poi quando si va – eventualmente – a trattare in Germania, dove l’economia viaggia su livelli rassicuranti, c’è da tenersi pronti a qualsiasi richiesta e decidere il da farsi: e dunque, la situazione potrebbe modificarsi soprattutto nel caso in cui si registrino introiti. Prima far cassa, dunque.
Fonte: Corriere dello Sport
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