La storia calcistica di Fabio Cannavaro è interminabile. Il suo procuratore, Enrico Fedele è riuscito a monetizzare la gloria e la carriera di uno dei più forti difensori italiani dopo il suo mancato rinnovo con la Juventus. Il napoletano è andato a Dubai per chiudere una carriera fantastica, ma al tecnico David O’Leary, il sergente di ferro londinese che guida l’Al Ahli dallo scorso 4 luglio, non interessa il palmares di Fabio Cannavaro. Troppo svogliato in allenamento e allora ecco la decisione: «Per raggiungere una forma accettabile dovrà svolgere un sacco di lavoro. I suoi trascorsi qui non significano nulla. Quello che deve fare è dimostrare di essere come gli altri, diversamente non saprei proprio come assegnargli una maglia da titolare».
L’ex capitano azzurro rischia di ritrovarsi in tribuna già da oggi, data di inizio del campionato degli Emigrati Arabi. Forse è il segno di un destino capovolto, di un disagio che non è né tecnico né tattico, semmai più globale, riguarda la dimensione complessiva di un fuoriclasse smarrito.Il difensore, reduce dal mondiale sudafricano, sbuffa rincorrendo se stesso, ma la sua sembra ormai l’odissea di un maratoneta stanco, che ha regalato emozioni, soddisfazioni e sopratutto vittorie in ogni meta calcistica dove lui approdava da vero guerriero.
Perplesso di questa situazione è il presidente del club, lo sceicco Rashid Al Maktoum, che prevedeva tutt’altra fortuna nell’acquisto del pallone d’oro 2006. Fabio non ha giocato neppure l’ultima amichevole, rimpiazzato dal giovane maliano Traorè e dal nazionale locale Obaid Khalifa, che pare offrano migliori garanzie dell’ex campione del mondo. Una situazione che sta creando imbarazzo ai piani alti del club di Dubai. Cannavaro avrebbe dovuto rilanciare una squadra che nella scorsa stagione ha ottenuto solo l’ottavo posto, ma pare che O’Leary non vedrebbe male addirittura un taglio per far posto a Demichelis, in rotta di collisione col Bayern. Fabio, bisogna avere una buona chiave per entrare in paradiso….
Gilberto D’Alessio
