Aggrappato a Didier Drogba. Il Chelsea va incontro a un mese di fatiche tremende, con la spia della riserva accesa. Drogba è il simbolo del calcio africano. Anche se quest’anno di gol ne ha fatti davvero pochi (3 in Premier e 3 in Champions) in campo sa fare tutto: gli assist, la fase offensiva e quella difensiva, visto che è il più bravo a saltare nella propria area sui calci d’angolo. Lo accusavano di essere il pupillo di Mourinho, e non ha caso tocca a lui dare una pacca sulla spalla di Villas-Boas, il suo erede: «È tutto esagerato quello che si dice stia accadendo negli spogliatoio, noi siamo uniti e vogliamo battere il Napoli per andare avanti in Champions».
Grande, grosso e spesso contestato, l’armadio ivoriano che stasera verrà piazzato per 90 minuti in mezzo all’attacco dei Blues suona la carica: «Non temiamo questa tensione, è la stessa che abbiamo vissuto prima della gara decisiva con il Valencia dove pure ci giocavamo il passaggio agli ottavi (finì 3-0 allo Stamford Bridge, ndr). A gare di questo tipo siamo abituati da anni e in serate del genere noi sappiamo tirare fuori il meglio. A partire dall’orgoglio».
L’esperienza a sfide di questa altura potrebbe fare la differenza. Drogba, alla sua 63esima presenza in Champions (quattro semifinali giocate e una finale persa contro il Manchester United) lo sa bene: «Abbiamo carattere, ci fidiamo del nostro allenatore e tutto quello che sentite in giro sono soltanto delle esagerazioni – dice riferendosi alla presunta insurrezione anti Villas-Boas – Siamo qui a Napoli per vincere, abbiamo valori importanti e usciremo da questo momento difficile con una grande prestazione al San Paolo».
La sfida con gli azzurri lo preoccupa: «Lavezzi, Cavani e Hamsik sono giocatori che possono colpire in ogni momento, ma anche noi abbiamo delle individualità che possono colpire in ogni istante – dice facendo una smorfia di scherno – Ma dovremo essere più bravi a farlo prima, senza subire gol». Forse il pareggio potrebbe essere anche un risultato positivo: «Dite? Non è così. Il Napoli è una squadra pericolosa, assai temibile, molto migliorata negli ultimi anni. È una gara che sentiamo molto e che giocheremo in uno stadio che conosco perché io da bambino vedevo sempre il Napoli di Maradona e le sue gare al San Paolo. Lui per me era un vero idolo».
Ma i giornalisti inglesi hanno altro per la testa e si concentrano sul futuro di Villas-Boas. «Non è così, noi ci assumiamo le nostre responsabilità – ripete messo ancora sotto pressione – ma lui non è il solo in discussione. Lo siamo tutti. Per fortuna questa sera potremo dimostrare il nostro valore. Vinceremo ascoltando tutte le indicazioni del nostro allenatore».
L’ivoriano sorride. Si gira sulla sua destra e strizza l’occhio al suo allenatore strappando una risata. A uso e consumo dei flash dei fotografi. Con un Drogba così, anche Villas-Boas può far finta di essere sereno.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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