NAPOLI – La vera rivelazione del Napoli in questo periodo è quel piccoletto (alto m 1.69) nato in un paesino del Belgio (Leuven) famoso per la sua università, ma arrivato dal PSV per dieci milioni di euro dopo una stagione caratterizzata da sedici gol e diciassette assist in Eredivisie. Dries Mertens soltanto ora sta cominciando a mettere in mostra le proprie qualità in maglia azzurra. All’inizio aveva accusato qualche difficoltà di ambientamento e anche qualche problema fisico. Ieri è stato tra i migliori in campo (suo lo spunto da cui è scaturito il primo rigore). Ma anche a Marsiglia si era distinto per l’assist a Duvan Zapata. « Sono davvero contento di aver trovato continuità di rendimento in queste ultime partite – ha detto l’esterno offensivo belga – Sto attraversando un buon momento di forma. E mi manca solo il gol». Vi è arrivato vicinissimo con il Toro ma anche a Marsiglia era risultato tra i più vivaci e concreti: « Sì, ero contento anche per la prestazione offerta in Champions. Io quando servo gli assist ai miei compagni provo altrettanto piacere».
Ora Mertens diventa un elemento prezioso per Benitez in vista di queste partite così ravvicinate. Può agire sia a sinistra che a destra. Possiede uno scatto bruciante e salta agevolmente l’avversario. « La stagione è lunga – ha aggiunto l’ex freccia del PSV – ma ce la giocheremo su tutti i fronti. Siamo tutti contenti per questa vittoria sul Torino che alla vigilia non sembrava affatto agevole. Noi siamo riusciti ad incanalarla subito nei giusti binari».
Il Napoli già conosceva il tamburino di Leuven, trenta chilometri da Bruxelles, prima di affrontarlo da avversario nel PSV in Europa League. L’aveva incrociato quando giocava nell’Utrecht e quella sera in Olanda, Mertens, giocando da esterno sinistro mise in crisi la difesa del Napoli con cross a ripetizione e fiondate improvvise dentro l’area di rigore con puntuali cross al centro. Benitez ha saputo aspettarne il pieno recuperarlo, impiegarlo per gradi ed ora si ritrova in organico una pedina effervescente quanto eclettica.
Fonte: Corriere dello Sport
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