VERONA (ass) – Uomo della provvidenza, nel nuovo anno senz’altro. Napoli che esce dall’impasse: quella pesante della settimana scorsa contro la Sampdoria, ieri in grado di aprirsi la strada verso una goleada. Tutto per merito di Dries Mertens. E nel suo exploit bisogna senz’altro inglobare anche la mossa di Benitez, che a Verona ha ritoccato la formazione cucendo addosso al belga anche le mansioni di stoccatore. Morale: Mertens agisce quasi in punta di piedi, alla prova dei fatti inventa e produce. La migliore delle variabili che ci si può ritrovare in casa.
GOL PESANTI – Dunque, finora Mertens l’ha imbucata cinque volte. I quasi quaranta gol complessivi delle ultime due stagioni al Psv sono ben lontani, ma il contesto è anche diverso. Reti che si pesano, nel suo caso. Per niente un dettaglio aver spaccato una partita come quella del Bentegodi – basti vedere la dose di sofferenza che ha scandito il primo quarto – in cui il destro chirurgico dell’olandese è servito a mandare in tilt la difesa del Verona. Da lì fuochi e fiamme. Mertens aveva già provveduto a portare in dote i tre punti nella battaglia più difficile: la notte di Firenze, a fine ottobre, quella in cui le polemiche erano andate di pari passo con l’unico successo del Napoli contro una big del campionato. Se il Verona, classifica a parte, non può considerarsi tale, l’Inter avversario di lusso lo è. Nel poker ai nerazzurri di un mese fa c’è stata anche la sua firma in calce. Ieri, poi, Benitez sembrava intenzionato a risparmiargli gli ultimi venti minuti a risultato ancora non acquisito. Salvo rivedere la propria idea in pochi attimi: dentro Insigne (anche qui con effetti immediati) e ad uscire è stato Goran Pandev, reo di aver sbagliato un ripiegamento difensivo. Per la serie: spesso e volentieri la differenza sta nei dettagli. Quelli da non lasciarsi sfuggire, perché a volte ti cambiano una stagione. Che nel secondo segmento può offrire una nuova chiave di lettura al Napoli. Più funzionale di così non si può, Mertens, nel 4-2-3-1 con cui gli azzurri lanciano di continuo il guantone di sfida. Poco ma sicuro.
MIRINO SUI CENTO – Ma in periodo di campagna acquisti è opportuno fare quadrato attorno alla situazione che ha portato Mertens ai piedi del Vesuvio. Rivoluzione estiva, dopo l’arrivo di Benitez: da qui gli acquisti di gente del calibro di Higuain, Callejon e Reina. Tutti decisivi a modo loro, con Mertens però si è certificata l’unità di intenti tra l’allenatore spagnolo e il ds Bigon. A giugno il Napoli ha speso dieci milioni per l’arrivo a titolo definitivo con un contratto di cinque anni, roba da ponderare bene. Le cifre da signore del gol raggiunte in Olanda magari non possono essere un obiettivo, ma se non altro c’è la quota dei cento gol praticamente a un’incollatura: gliene mancano appena otto. Ecco il traguardo personale da tagliare alla sua prima esperienza nel nostro campionato. Di questo passo non sarà un problema. Così come entrare nei quadri tattici di Benitez, a lungo andare: missione compiuta. «Sta facendo benissimo – ha osservato il tecnico del Napoli subito dopo la partita di Verona – sapevamo già che era fortissimo quando lo abbiamo preso, in allenamento poi è migliorato molto. Un centrocampista dal grande rendimento, dimostrazione che il lavoro alla fine paga».
Fonte: Corriere dello Sport
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