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Dramma Obodo, il cognato: “Chiesti 150 mila euro per il riscatto”

Christian Obodo, 28enne centrocampista di proprietà dell’Udinese ma che nel 2011-12 ha giocato col Lecce, è stato rapito questa mattina nella sua Nigeria. Obodo, in Italia dal 2001, è stato fermato da un gruppo di uomini armati nella periferia della sua città natale, Warri (600 km a sud della capitale Abuja), mentre stava andando in chiesa. Il centrocampista era al volante della sua auto ed è stato costretto con la forza a scendere dalla vettura, lasciata a due passi dalla chiesa, e fatto salire sull’auto dei sequestratori che lo stavano seguendo.

Le conferme — Il sito SuperSport.com riporta le dichiarazioni di un funzionario del governo del Delta, lo stato in cui si trova Warri (la Nigeria è una repubblica federale), che conferma il rapimento del centrocampista: “E’ tutto vero – ha dichiarato il funzionario -. Le informazioni sono ancora frammentarie, ma mi è stato riferito che mentre era al volante della sua auto, che aveva una targa speciale (“Obodo5″, n.d.r.), è stato fermato e rapito. Sembra che proprio la targa personalizzata abbia attirato l’attenzione dei rapitori, che avevano notato Obodo mentre si dedicava alla vita notturna la sera precedente”.

La richiesta — Obidike Okechukwu, cognato di Obodo, ha rivelato all’agenzia Ansa che i rapitori si sono già fatti vivi chiedendo un riscatto di 150mila euro. “Hanno telefonato questa mattina a casa della mamma di Christian chiedendo un riscatto di circa 150 mila euro”. Okechukwu ha rivelato che la madre di Obodo avrebbe detto ai rapitori che le banche oggi in Nigeria sono chiuse e che quindi è impossibile pagare immediatamente il riscatto, confermando anche la dinamica del sequestro. Il centrocampista era tornato in Nigeria un paio di settimane fa, al termine della Serie A. Con la madre ci sono anche la sorella del giocatore (la moglie di Okechukwu, rimasto invece a Udine) e il fratello Kenneth.

“Sta bene” — Ed è proprio Kenneth, il fratello, a rilasciare le prime dichiarazioni sulle condizioni di Obodo: “Christian sta bene, siamo in contatto con i rapitori, che vogliono un po’ di soldi. Non è in pericolo. Abbiamo un appuntamento telefonico più tardi con i rapitori. Loro – ha proseguito – vogliono soldi, noi non possiamo dare più di 100 mila euro. Purtroppo succedono queste cose nel nostro Paese”.

Le reazioni — Con una nota il Lecce ha voluto esprimere la sua solidarietà alla famiglia di Obodo: “L’U.S. Lecce esprime la propria vicinanza al giocatore stesso e alla sua famiglia in questo momento di grande sgomento – si legge nel comunicato – con la speranza che la situazione si possa risolvere quanto prima e nel miglior modo possibile”. Serse Cosmi, a SkySport24: “Sono sconvolto. Per me Christian Obodo è come un figlio. Veramente una brutta notizia. Speriamo si risolva tutto per il meglio. Ho conosciuto Cris che aveva 17 anni, oggi ne ha 28, è cresciuto come uomo e sotto l’aspetto economico. Migliorare dal punto di vista della ricchezza è successo a lui ed è quello che succede a tanti altri suoi colleghi. Viene da una zona in cui fino a 15 o 16 anni non poteva permettersi nulla. Poi arriva il successo e può capitare che venga voglia di ostentare ricchezza. Questo non giustifica quello che è accaduto. Sono choccato per la notizia, me l’ha detta mio figlio che ha un buon rapporto con lui. Temevo qualcosa di diverso da quanto è successo perché so che lui è molto religioso e so che in quel paese hanno delle idee particolari sulla diversità di religione”.

Fonte: Gazzetta.it

La Redazione

C.T.

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