C’è un rapporto riservato. Potrà finalmente chiudere le polemiche sul rinvio di Napoli-Juventus. Tra le 18.30 e le 23.30 di sabato una squadra investigativa ha fotografato due aspetti della città. L’agibilità nei dintorni del San Paolo, l’emergenza in tutta la provincia. Il dossier dà almeno tre esiti
UNO: partita possibile, ma con i disagi del temporale della sera. Due: più difficili, anche per il buio, eventuali interventi per sedare scontri. I flussi d’acqua hanno lasciato pietre, rami spezzati, detriti: l’ideale per un campo di battaglia. Tre: inconciliabile la doppia attività, Fuorigrotta e il resto di città e provincia. Il dossier riassume appelli, richieste di soccorso, strade allagate, deviazioni da San Giovanni a Miliscola. Emergono due motivi: opportuno il rinvio, corretta la sua immediata spiegazione. Né il prefetto né il sindaco hanno mai nascosto la verità: non poteva esservi sicurezza adeguata sia per l’evento che per l’intera città, in una serata di oggettiva emergenza. Un’utopia la partita a porte chiuse: è più difficile vietare l’afflusso che disciplinarlo. Non si recupera un solo agente. Domenica ne erano previsti 540 solo per Napoli-Juve. In un calcio corroso dal sospetto, si fa circolare il dubbio che il Napoli abbia piegato le autorità al suo vantaggio: rinviare una partita insidiosa che dopo le fatiche di Monaco. Con un filo di malizia, l’ad della Juve, Giuseppe Marotta, osserva che in prefettura c’era solo il Napoli «e ha potuto aiutare quindi le autorità nella decisione ». Meno elegante Maurizio Beretta, presidente della Lega. Informato alle 15.55, si rammarica. Non è stata coinvolta la Lega che organizza il campionato». L’annuncio è stato dato alle 12.40, la Juve l’ha saputo in diretta da Sky. Forse una gaffe c’è stata: Bigon doveva informare Marotta prima della riunione, non dopo. Non c’è una regola, vale lo stile dei manager. Napoli è apparsa anche all’Italia del calcio una città di intrighi, che escogita espedienti, esclude gli avversari dalle decisioni in prefettura, magari falsa il meteo come si immagina da un giornale torinese (“Tuttosport”) che spara in prima una foto del San Paolo e di Santa Lucia nello squarcio di sole, prima del secondo nubifragio. L’irritazione della Lega rivela una diffusa incultura. Il calcio ne è protagonista e vittima. Si ritiene al centro dell’universo. Beretta rivendica una parte nella decisione del rinvio, «perché è la Lega che organizza lo spettacolo». Ma va prima autorizzato, se esistono le condizioni a renderlo sicuro. Valutarle non spetta alla Lega ma al ministero dell’Interno, quindi alle prefetture. Il calcio assorbe milioni da botteghini e tv, ma anche risorse dello Stato. Quanto costano 540 agenti per una sola partita? Napoli-Juve garantiva 3 milioni di spettatori a Sky e Mediaset, sostenute dai carichi pubblicitari. Il recupero prevede una perdita. Si comprende il rammarico. Ma non le reazioni e i sospetti. Chi risarcisce Napoli, se passa ancora una volta per una città di malandrini?
Fonte: La Repubblica
La Redazione
R.D.G.
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