In conferenza stampa Mazzarri più Dossena. Un segnale? Un avviso a naviganti o denigranti? Sarà l’uno e anche l’altro, fatto sta che il “diavolo” della corsia mancina ha affiancato il tecnico nella conferenza pre-Psv di ieri. Una partita, a questo punto, con una minima e nemmeno indispensabile valenza, un match da giocare perché in calendario, ma a conti fatti (quelli della qualificazione) se ne sarebbe pure potuto fare a meno. Mazzarri più Dossena, perché il Napoli è sempre più una grande famiglia e non esistono figli e figliastri, e non hanno senso discriminanti o affini, se non quelle dettate dallo stato di forma o da considerazioni puramente tecniche. Tutto il resto potrebbe rientrare nella casistica delle elucubrazioni fini a se stesse, giusto per usare un eufemismo. Il tecnico del primo trofeo in bacheca dopo 22 anni, non usa due pesi e due misure, non abbandona mai nessuno, men che mai chi ha più bisogno di supporto, di sprone. Vero è che, nelle famose gerarchie, il cursore di Lodi è scivolato alle spalle di Camilo Zuniga, ma è pur vero che non è mai stato messo in naftalina e, in qualche occasione, nei ballottaggi i due pari erano.
LA FORZA DEL GRUPPO – E’ sicuramente anche quella dell’unita d’intenti. «Noi ci teniamo a vincere pure quando facciamo le partitelle in famiglia, figuriamoci in campo europeo», Dossena fa da intercalare al suo tecnico, mettendoci anche del suo: «Siamo contenti di poter affrontare il Psv senza assilli e a qualificazione già avvenuta, ma ci teniamo a fare bella figura davanti al nostro pubblico» e rinnovando la promessa d’impegno: «Ci siamo messi nella condizione migliore per affrontare questo scorcio di stagione. Personalmente mi sento importante per il gruppo e mi trovo bene in un ambiente straordinario. Sono carico e do sempre il massimo, così come farò col Psv».
TURNOVER E FUTURO – «Abbiamo iniziato questo percorso in estate, facendo grandi cose. Dopo la gara col Milan sembrava tutto da buttare, invece ci siamo ripresi. A maggio finirà il nostro percorso e solo dopo marzo, aprile, capiremo dove possiamo arrivare. La partita con l’Inter si può preparare meglio avendo la qualificazione già in tasca. E’ difficile giocare ogni tre giorni e, su qualche critica di troppo, ha avuto sempre ragione Mazzarri. Dal canto mio, chiederò di cambiare squadra solo se dovesse venir meno la rabbia agonistica che ancora ho intatta. Per adesso mi sento importante come Cavani» . Andrea è pronto.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro