I fischi a Lavezzi forse lo hanno amareggiato, non sorpreso. «Ho giocato con il Liverpool in Premier League, la mentalità dei tifosi è quella: pagano il biglietto e fanno ciò che vogliono, per loro esiste soltanto la maglia». Fischi per il Pocho, titolare di quella casacca azzurro numero 22 che potrebbe presto sfilarsi. Applausi per lui, forse per la prima volta così scroscianti da quando gioca a Napoli. Andrea Dossena ha segnato una doppietta in mezzora, l’ultima volta che aveva segnato due gol in un campionato era il 2008 e giocava ancora a Udine, prima del grande salto in Inghilterra. È stato il Napoli a riportarlo in Italia.
Lungo il corteggiamento di Pierpaolo Marino, ex dg azzurro, nell’estate 2009: non si trovò l’accordo con Benitez, manager dei Reds, sulla contropartita economica. Cinque mesi dopo l’intesa, sottoscritta dal nuovo direttore sportivo Bigon. Dossena ha vissuto tra chiaroscuri a Napoli, in questa stagione spesso e volentieri Mazzarri gli ha preferito Zuniga, il colombiano buono per entrambe le fasce. Ed Andrea è stato inserito nella lista dei giocatori che potrebbero lasciare il Napoli a fine stagione. «Ne parleremo al momento opportuno, Dossena ha un contratto ed è intenzionato a rispettarlo perché si trova bene in questo gruppo», ha spiegato il suo agente Roberto La Florio poche ore prima della partita contro il Siena, onorata dal mancino con due reti da centravanti puro. Una risposta dal campo, ecco quello che ci voleva adesso che si prepara la rosa per la stagione 2012-2013.
Dossena ha fatto due dediche: «Questi due gol sono per mia moglie Deborah e per mio padre, che non c’è più. Ho trascorso un mese e mezzo difficile, questa doppietta mi importante. Mi dispiace soltanto non essere riuscito coi compagni a rendere straordinaria l’annata, raggiungendo il terzo posto in classifica». Ha descritto questa curiosa partita, giocata dal Napoli aspettando notizie dell’Udinese, della Lazio e dell’Inter: «Dagli spalti non sono arrivati i boati che un po’ tutti aspettavamo per i risultati di Catania e di Roma. Peccato, ma abbiamo onorato il campionato e i risultati ottenuti dalla squadra in Champions League sono stati strepitosi. Dobbiamo guardare avanti».
All’appuntamento con la Juve, alla finale di Coppa Italia. «È una partita secca, tutto può succedere. Siamo consapevoli di affrontare la squadra campione d’Italia, imbattuta e in salute, ma ce la giocheremo. Sogniamo di portare la Coppa Italia a Napoli». Non accade da un quarto di secolo, l’ultimo trofeo venne conquistato da Maradona e dai suoi formidabili compagni nella stagione del primo scudetto. «Sono sicuro che troveremo gli stimoli giusti, Mazzarri sarà bravo a darci la carica per affrontare la finale dell’Olimpico. Sono sicuro che sarà una battaglia». Si augura di poter vivere questo grande match dal primo minuto, i novanta minuti contro il Siena avranno convinto l’allenatore a schierarlo da titolare all’Olimpico? «Io faccio parte di questo gruppo, ho sempre serenamente accettato le decisioni di Mazzarri e ho sempre cercato di offrire un utile contributo. L’unico pensiero che abbiamo, io e i compagni, è quello di affrontare nel migliore dei modi una settimana che sarà fondamentale». Niente rimpianti per il terzo posto, si guarda avanti. Roma non è così lontana. «È dura, durissima, ma vogliamo chiudere la stagione con un bel regalo per i nostri tifosi e per noi stessi».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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