Dortmund. Benvenuti nella Germania invisibile, benvenuti a Dortmund divenuta simbolo di un Paese in crisi che si aggrappa agli eroi di Klopp come fossero dei condottieri pronti a liberarli. Stasera ce ne saranno almeno 70mila di tifosi: lo stadio ne può contenere diecimila in più ma la Uefa e i suoi piani di sicurezza toglieranno la gioia di vedere il Signal Iduna completamente esaurito. Lo sarà il settore ospite: venduti in poche ore tutti i circa 3mila posti destinati a chi arriva dall’Italia. Poi c’è il resto delle truppe d’assalto azzurre che arriveranno in queste ore qui, in quella che è stata ribattezzata la capitale dell’altra Germania: arriveranno da Amsterdam, ma anche dalle vicinissime Duisburg, Bochum e Dusseldorf.
Una invasione in grande stile, per una partita che nessuno vuole perdersi. Alla fine, dicono da queste parti, i tifosi del Napoli saranno almeno 5mila. Per intederci: sabato pomeriggio a seguire il Bayern Monaco erano meno di 2mila bavaresi. Qualcuno è arrivato già nel pomeriggio di ieri. Il clima è freddo, ma non è ancora da “generale inverno”. Alla stazione e in aeroporto hanno già trovato delle indicazioni della polizia: raccomandazioni. Con tanti sottintesi: qui non siamo a Marsiglia e quello che è successo in Francia non è accettabile in Germania. Dortmund è una città aggrappata al calcio, come lo è Napoli. Lo capisci dagli angoli della città, dalle foto nei negozi e dagli shop del BVB sempre pieni di curiosi. Qui, per intenderci, un quarto della popolazione (550mila abitanti) vive sulla soglia della povertà con 800 euro al mese, fra sussidi e integrazione dell’affitto. I disoccupati sono il 13,4 per cento, un dato cui si dovrebbe sommare l’inganno statistico dei giovani e degli «ex disoccupati» che tirano avanti con lavori sottopagati a tempo parziale: friggitori di wurstel e patate, salsicce e crauti spuntano ovunque, tra gli addobbi natalizi del centro cittadino. E i napoletani si ritrovano in questi vicoli, addobbati come alberi di Natale tra sciarpe e cappellini.
Tanti i giovani in giro, nonostante il giorno feriale. Una volta qui c’erano miniere, acciaierie e birrerie: tutto chiuso e cancellate d’un colpo circa settantamila posti. Dortmund al contrario del resto della Germania, ha fatto un drammatico passo indietro. La regione della Ruhr ha un tasso di disoccupazione quattro punti sopra la media nazionale. Nordstadt, il quartiere più depresso di Dortmund, ci sono alcuni negozi di italiani. Nella Borsigplatz, costellata di bistrot e vetrine dalle insegne esotiche in tutte le lingue, è nato il Borussia Dortmund. «Siamo tutti nati a Borsigplatz» è l’inno di una formidabile tifoseria multirazziale che unisce ricchi e poveri, tedeschi e stranieri, donne e uomini nella consuetudine dello stadio e dei festeggiamenti dopo una vittoria. Così Nordstadt è anche il luogo dell’orgoglio cittadino
Fonte: Il Mattino
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