Lasciò l’Inter per scelta. Era cambiata la proprietà, e i rapporti non erano più gli stessi. Era arrivato a Milano ch’era un ragazzino. Dal Perugia. Un talento. Gambe forti, dinoccolato. Occhi grandi spalancati su San Siro. Correva per due e giocava per quattro. In tutti i ruoli. «Con Fraizzoli sarei rimasto lì. Ma con Pellegrini proprio non mi prendevo. Capii che dovevo andare via». Si mosse il Napoli. Estate ’84. C’era già Maradona. Salvatore Bagni da Correggio ci pensò. Tanto. Questioni familiari. Serie. «Volevo restare quanto più possibile vicino casa. Poi decisi di accettare. Fui coraggioso. E non mi sono mai pentito: Napoli è la mia vita. Come l’Inter però» . E allora derby. C’è tutto Bagni dentro. Immagini sbiadite dal tempo, ricordi lontani eppure vivi nella mente. Che scuotono l’anima. E tornano.
Bagni e l’Inter…
«La gioventù, i sogni, la prima grande squadra in cui ho giocato. E poi i pianti di mia figlia Elisabetta. Ora mamma di due figli. Era appena nata. Scambiò la notte per il giornò. Mi fece perdere i mondiali dell’82. Non dormivo mai. Però giocavo sempre. Bersellini era un papà».
Bagni e il Napoli…
«Non sapevo se accettare. Mia suocera stava male. Volevo rimanere quanto più vicino a mia moglie. Ne ho lette tante sui miei dubbi: tutto falso. Volevo Napoli e me la presi. E quello che ho vissuto rimarrà dentro di me per sempre».
E allora il presente, la cronaca. Inter-Napoli…
«L’Inter si gioca l’Europa, il Napoli niente».
Vale più per Mazzarri che per Benitez insomma…
«Eh sì. I quattro anni di Walter a Napoli hanno lasciato un solco profondo. Ha fatto un lavoro straordinario. Non c’è paragone con i sei mesi dello spagnolo a Milano. Emotivamente Mazzarri la sente di più».
Pronostico?
«Conflitto sentimentale evidente. Non sarei lucido».
L’Inter e poi la coppa Italia. Vincerla darebbe un’impronta alla stagione del Napoli.
«Non sono d’accordo. Valuto il lavoro di Benitez indipendentemente da una partita. E’ cominciato un progetto nuovo. E’ giusto concedergli tempo. Pure se sinceramente pensavo potesse fare di più in campionato».
E’ l’allenatore giusto per vincere a Napoli?
«La carriera lo testimonia. E poi ha già capito tutto dell’ambiente. Ha credibilità, autorevolezza, sa porsi. Vive la città. E’ più napolertano di quanto lo fosse Mazzarri».
Benitez, e vabbé. Poi cosa serve…
«Recuperare il miglior Hamsik. Purtroppo è incappato nella classica annata storta. Capita. Tornerà quello di prima. E a Napoli ovviamente».
Altro auspicio.
«Trattenere Reina. Personalità, carisma e anche continuità di rendimento. A questi livelli, pur conoscendolo e bene, non me l’aspettavo».
Il migliore dei nuovi acquisti?
«Eccellente Mertens, forte Callejon, indiscutibile Higuian: l’erede migliore di Cavani. Però ripeto, grande Reina. Spero proprio il Napoli riesca a riscattarlo».
Lo è quasi anche Koulibaly, difensore del Genk.
«Ottimo giocatore. Ora però mi aspetto di più».
Cioè?
«Noi napoletani, e mi ci metto anche io, speriamo nel salto di qualità. Per intenderci: Gonalons è un centrocampista di valore. Però non ti cambia la squadra».
Mercato complicato con i preliminari di Champions.
«Ovvio che condiziona. Benitez è tuttavia una garanzia. Lui e De Laurentiis…»
Programmi, solidità, ambizioni.
«Tutto. Il Presidente ha voglia di vincere. La prossima stagione può essere quella giusta».
Prima però c’è l’Inter di Mazzarri.
«Vorrà vincere anche a Milano».
Fonte: Corriere dello Sport
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