NAPOLI – La magia più difficile. Qualcosa in più di una finta, un guizzo o una giocata di fino. Non è il difensore l’avversario più rognoso stavolta. C’è un sortilegio da dribblare, un anatema a cui fare il tunnel. Serve un gol insomma. Che è per lui, ormai, una maledizione. Le ha provate tutte fin quì Insigne. E sempre qualcosa o qualcuno s’è messo di traverso. Un rimpallo, una coscia, un palo, la traversa. Di tutto. Eppure ha calciato e tanto, in ogni mdo e da tutte le posizioni. Spesso a giro, il suo tiro, la specialità della casa. Niente da fare, male anche quello. Sballato di poco, certo. Centimetri. Comunque impreciso. Insigne e il gol, estasi e tormento.
Una delizia quelli in Champions. Tutt’e due al Borussia Dortmund. Punizione all’incrocio e portiere dentro la rete con un dente rotto: sacrificio inutile per una parata impossibile. Poi sinistro e la carambola sul palo al Westfailenstadion.
LA PERLA – Champions da urlo, campionato muto. Mai un’esultanza, neanche un urlo di gioia, una festa. Nulla. Nulla che però abbia intaccato la fiducia di Benitez. Insigne in campo più di tutti o quasi: un titolare tendente al titolarissimo. Lui e Mertens i padroni della fascia sinistra. Ogni volta un ballottaggio, ogni istante l’aggiornamento delle quotazioni. Insigne una scarpetta avanti, adesso. Gioca lui. Sembra. Certo, certissimo, probabilmente fino a che Benitez non darà la formazione. Fino a un’ora prima l’ansia del foglietto sventolato nella riunione tecnica terrà tutti in bilico. Insigne più di Mertens per ora. Il dubbio della formazione è nella filosofia di Rafa, la certezza del talento nei piedi di Insigne. Azzurro doppio. Da mondiale per Prandelli, da blindare per De Laurentiis. Cinque anni di contratto, la fascia nel destino, la 10 nei sogni, lo scudetto per obiettivo. Mai guardare la classifica quando si insegue. Peggio ancora se quella dei marcatori neppure ha scritto il tuo nome. C’è sempre tempo. C’è soprattutto la voglia, la forza per insistere. Napoli-Sampdoria l’ennesima occasione, la prima di un anno che è appena comincuato. Insigne è carico. Una settimana di vacanza l’ha rasserenato, il piccolo Carmine tenuto allenato. Relax e brindisi. Cin cin al 2014 e contemporaneamente anniversario di matrimonio. Ora però il campo, di nuovo, e quel gol che è ancora un desiderio. Sessantamila oggi anche per lui. La sua Napoli. Quel San Paolo che di gol, e belli, ne ha già visti. Il primo azzurro fu contro il Parma, quelli magici nelle notti europee, l’ultimo in campionato, al Cagliari, a giro, di misura e potenza. Fu decisivo. Gol e corsa sotto la curva con la linguaccia fuori. Alla Del Piero, il modello di quand’era ragazzino. Ora Insigne s’è però fatto grande. E con un gol, si sentirebbe un gigante.
Fonte: Corriere dello Sport
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