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Dopo la sosta sette partite in un mese, Borussia e Arsenal le sfide clou. Il 15 dicembre Mazzarri al San Paolo

La verita, null’altro che la verità. L’unica, la sola rivelata dal campo, e perciò inconfutabile. Da accettare. Pure se poi, eventualmente, discutibile. Tutto in un mese, ventinove giorni per la precisione. Gli ultimi dell’anno, decisivi per un bilancio già definitivo del girone di Champions, parziale ma indicativo per il campionato. Sette partite una dietro l’altra, col ritmo dei regali da impacchettare e mettere sotto l’albero. Dal Parma di Donadoni a Fuorigrotta alla trasferta ch’era tabù di Cagliari. Dal 23 novembre al 21 dicembre, il calendario dell’avvento napoletano. Natale azzurro. Azzurrissimo vincendole tutte. Anche se a Dortmund basterà un pari, un punto soltanto, decisivo però, quello della qualificazione agli ottavi. Quattro notti al San Paolo, tre in trasferta, sette totali e ognuna con storie, fascino e protagonisti particolari. Tutte da giocare.

23 Novembre: Napoli-Parma

Chi ben comincia… E allora luci al San Paolo. S’accende la passione, si illumina un percorso che dev’essere netto. La stretta di mano con Donadoni, i sorrisi, poi si gioca. La Juve dimenticata, l’obiettivo scudetto neanche per un attimo. Il sabato del villaggio azzurro è un’opera da finire vincendo bene e in fretta. Cassano-Hamsik la sfida geniale, Higuain mira …Mirante, Insigne da amarcord: col Parma segnò il suo primo gol in azzurro. E quello non si scorda mai.

26 Novembre: Borussia Dortmund-Napoli
Su un punto sono tutti d’accordo. La matematica non è un’opinione. Basta un pareggio, un punticino soltanto e sarà qualificazione agli ottavi. A Dortmund ancor più che al San Paolo con l’Arsenal, quando calcoli, classifiche avulse e intrecci da calendario farebbero venire il crepacuore. Novanta minuti all’assalto, cercando crepe nel muro giallo, osando, credendoci, senza però mai sbilanciarsi: il pari vale gli ottavi nel gruppo peggiore che c’è in tutta l’Europa del pallone.

2 Dicembre: Lazio-Napoli
Il miglior spettacolo dopo il week end. Il lunedì è all’Olimpico. Lazio-Napoli per chiudere la giornata di campionato in bellezza, l’ennesima sfida in trasferta contro una grande del campionato. Prima a Roma allora, poi arrivederci a Fuorigrotta, come tutte le big della A eccetto l’Inter nel girone di ritorno. Lazio a casa sua, insomma. E Pandev ospite dove pure è stato padrone. Avrà, il macedone, conservato le chiavi per entrare …in porta?

7 Dicembre: Napoli-Udinese
Gli stimoli praticamente automatici, oltre che cromatici. L’avversario è facilmente confondibile, e le sensazioni sbagliate possono aiutare. Maglie bianconere e la zebra per simbolo. No, non è la Juve, però sembra. L’Udinese da sempre un’avversaria scorbutica. E Di Natale sa esaltarsi come nei suoi giorni migliori. Quella notte di qualche anno fa, pure Inler la mise all’incrocio. Fortuna che ha cambiato maglia…

11 Dicembre: Napoli-Arsenal
Quella sera sarà tutto un po’ più chiaro. E quindi già tutto bello o ancora da conquistare e soffrire. Dortmund prima, poi l’Arsenal. Può essere la festa qualificazione o lo spareggio. Insomma, una partita da sessantamila, da urlo, da Champions.

15 Dicembre: Napoli-Inter
Farà strano. Quasi imbarazzante. E i fischi saranno tutto. Rabbia e livore, e pure gratitudine, ringraziamento per quel che è stato. Accade sempre così. Succederà anche per Walter Mazzarri. La prima volta al San Paolo. Napoli-Inter non è mai stata una partita come le altre, figurarsi se contro, sull’altra panchina, c’è lui. Quattro anni indimenticabili. Poi la fine. O forse no. Certi rapporti non si chiudono mai.

21 Dicembre: Cagliari-Napoli
Era un tabù, uno di quelli che non si sfatava mai. Cagliari amara. Sempre. Sconfitte dolorose e rimonte clamorose. E pure qualche parola di troppo. Poi accadde tutto in un attimo, fu un lampo, il Pocho. Ultimi secondi del recupero. Lavezzi scappò solo, sessanta metri di fuga, calcio forte, segnò, e dalla gioia si tuffo nei cartelloni pubblicitari. L’aveva già fatto in Argentina, ma quella notte fu magica. Cagliari-Napoli è dura però si può vincere.

Fonte: Corriere dello Sport.

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