Applausi allo stadio, applausi al ristorante. Chissà cosa ha pensato, Nicolò Frustalupi, quando dopo la vittoria con il Chelsea è partita la canzone delle felicità della gente di Napoli: il soldato è innamorato e lui, che di mestiere fa il vice di Mazzarri, questa volta è il boss. E chissà cosa ha poi pensato qualche ora dopo, uscendo dal ristorante con il mare e la luna puntati sulla faccia, alla fine di una cena indimenticabile: applauso per lui, soltanto per lui, nato spontaneo in sala con tanto di “grande mister!” urlato dalla gente. Un sorriso. Un saluto. E poi garbato: « Non vedo l’ora di andare a dormire ». Ecco cos’ha pensato.
CHE MEDIA! – Notte di festa. Notte dolce, piacevole come soltanto una vittoria così prestigiosa: la terza, per la precisione, di Frustalupi in solitaria. Era già capitato con la Steaua Bucarest al San Paolo in Europa League, il 15 dicembre 2010; e con il Parma al Tardini in campionato, il 13 marzo 2011. Tre volte in panchina e tre successi, numero perfetto di una serie perfetta: 1-0 con i romeni, 3-1 con gli emiliani e in Champions con il Chelsea. Lavezzi, il suo uomo-talismano: 3, le reti dell’argentino (una martedì e una a Parma); e poi a seguire Cavani con 2 (Steaua e Blues); Maggio e Hamsik con una (al Tardini).
L’UMILTA’ – Antidivo per eccellenza, 35 anni, mostro di tattica, cortesia e semplicità che fanno rima con umiltà. Un esempio? Finita la partita, l’allenatore toscano – come il suo mentore – ha lasciato con il suo solito passo svelto il San Paolo trascinando il trolley e abbassando gli occhi; dribblando ed evitando telecamere e microfoni che lo reclamavano. Occhi bassi, sì, per un gradevole senso di rispetto: Mazzarri è il maestro che regala sogni, ma la passerella è anche di Frustalupi. Meritata.
SEPARATI – Che non ami i momenti di gloria personale, lui che vive attaccato al video e con i piedi sempre per terra, piantati sull’erba del centro sportivo di Castelvolturno, è ormai un assunto. Una tesi dimostrata dai fatti. Anche da quelli accaduti su un altro palco: il ristorante è Regina Margherita, sul Lungomare, ed è lì che Nicolò il vice felice festeggia la vittoria insieme con la compagna e due amici. A tavola, vicino a lui, non c’è Mazzarri come non c’era qualche ora prima in panchina: separati. Ma così uniti.
LA CENA – La tavolata, dicevamo. Un tavolino per quattro, per la precisione, semplice proprio come il protagonista di una serata che di semplice e ordinario ha davvero molto poco: Frustalupi cena e parlotta con signora e amici come se nulla fosse. È felice, si vede, si carpisce, ma tutti gli occhi dalle persone intorno, puntati su di lui come laser, non cambiano una virgola del suo atteggiamento. Qualcuno gli chiede: « Che emozione: riuscirà a dormire stanotte? ». E lui: « Ah sì, ci riesco sempre: non vedo l’ora, sono proprio stanco ». Sorriso e via. A passo svelto. Cadenzato dall’applauso dei tifosi.
LA STORIA – E pensare che, quella di martedì, è stata appena la prima: con Mazzarri ancora squalificato, il figlio d’arte e leggenda (di papà Mario) esordirà in Champions anche in trasferta. Allo Stamford Bridge, al ritorno degli ottavi con il Chelsea. In quella che potrebbe diventare la partita-storia che supera la storia: più in alto di Diego e compagni. Conoscendo un po’ Frustalupi, non osa neanche immaginarlo. Meglio dormirci su.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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