Si ricomincia da tre: e ora che il gioco si fa duro, è arrivato il momento di rimettersi a giocare. Crederci, obbedendo a se stessi e avendo bene a mente l’obiettivo; e poi combattere: a oltranza, al San Paolo prima, e poi a seguire a Parma, prima di ritrovarsi ancora a Fuorigrotta e di ripartire – lanciati – verso Udine. Marzo è pazzo e va da sé: perché ora, l’idea che s’è presa il Napoli (e non la molla più, potete starne certi) è quel piccolo-grande slam racchiuso nel quarto di Champions League, nella finale di Coppa Italia e nel terzo posto che (ri)conduce dritti nell’elite europea da afferrare di slancio, costi quel che costi.
LA PRIMA VOLTA – La classifica è (teoricamente) un pezzettino di carta lasciata nell’angolo dei pensieri e il patto di Castelvolturno spinge a tacere, fingendo disinteresse, aggrappandosi al bla-bla-bla del « vogliamo il massimo » e però tenendola ben presente. I numeri non mentono mai ed allora, ricapitolando, alla vigilia dell’Inter, che ora sta dietro, c’è da fare la corsa sulla Roma – l’ultimo posto utile per la vecchia, cara Coppa Uefa – a un punto; e poi rosicchiare qualcosina al tandem Lazio-Udinese, che invece s’è riavvicinato, ora è a cinque lunghezze. La caccia comincia domenica sera, ore 20.45, altri cinquantamila cuori per costruirsi una capanna con vista sul Vecchio Continente: poi si vedrà, però bisogna cominciare.
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