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Donnarumma, nostalgia Juve Stabia

In ritiro con un giorno di anticipo, ma non per punizione. Da ieri sera la Juve Stabia cerca la concentrazione necessaria per non fallire i tre punti nella sfida interna in programma sabato con il Gubbio di Gigi Simoni. Una gara difficile, da prendere con la giusta attenzione, così l’ha definita Piero Braglia, anche alla luce dei due pari interni con Albinoleffe e Modena che, al di là delle giuste frasi di facciata, anche al tecnico proprio non sono andati giù. La squadra, dal canto suo, sembra aver ritrovato subito vigore ed entusiasmo con il successo di Grosseto, intenzionata a regalarsi un altro sabato da incorniciare, per poi mettere nel mirino la gara dell’anno, quella a Marassi con la Sampdoria, in programma nell’anticipo di venerdì 9 dicembre:

«È innegabile – spiega il centrocampista Riccardo Cazzola, uno dei più costanti quanto a rendimento quest’anno – che vincere col Gubbio ci consentirebbe di andare a Genova a giocarci la sfida con la Samp senza nulla da perdere, ma non dobbiamo commettere l’errore di pensare ai doriani già ora.

“Ci attende un’autentica battaglia, sabato, e dobbiamo restare concentrati solo sul Gubbio”.

Un gol di tacco fortunoso quanto spettacolare, le attenzioni di Cesena, Chievo, Atalanta, eppure Cazzola resta con i piedi ben saldi a terra, convinto di restare in gialloblu fino a giugno, ed intenzionato a confermarsi a grandi livelli: «Qui è tutto bellissimo, ci sto fin troppo bene. Sento tante cose in giro, sono ovviamente orgoglioso, ma per ora penso solo alla Juve Stabia. Devo confermarmi qui per poter pensare di ambire a palcoscenici come la serie A». Cazzola vede la Juve Stabia come trampolino di lancio. Un po’ come l’attuale portiere del Gubbio, Antonio Donnarumma, che la Juve Stabia l’aveva lasciata a soli 14 anni, ceduto dall’allora presidente Paolo D’Arco, al Milan di Berlusconi. Era il 2005, e quel portiere dei Giovanissimi e Mini allievi, allenato da Ernesto Ferraro, già scopritore di Iezzo e Mirante, approdava in rossonero:

«Ricordo ancora quel periodo – dice oggi con un pizzico di orgoglio -, la Juve Stabia aveva tra i pali Armellini. Andai al Milan, vincendo diversi titoli nelle giovanili, avendo anche la possibilità di allenarmi con Abbiati. Al Menti torno per la prima volta, sarà una grande emozione. Ho tanti amici e parenti che saranno sugli spalti per vedermi…».

Con Colombi ha condiviso qualche presenza in azzurro, Seculin l’ha incontrato solo da avversario. Vorrebbe di indossarne un giorno la maglia gialloblu:

«Per noi stabiesi il sogno è quello di giocare qui. Difficile dire quando, sono ancora del Milan ovviamente la speranza è di ritagliarmi pian piano uno spazio in rossonero. Poi, si vedrà».

Intanto sabato ha già individuato di chi avere timore:

«Tarantino è il più in forma, Mbakogu uno velocissimo. E poi c’è Sau che difficilmente sbaglia sotto rete… ».

 

La Redazione

P.S.

Fonte: Il Mattino

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