Anche l’altra metà del cielo di Lorenzinho è azzurra. Anzi, biancazzurra. Come la maglia di quel Pescara che lo ha consacrato e che domenica prossima se lo ritroverà di fronte come il più temibile degli avversari. Una tappa significativa quella di Insigne in riva all’Adriatico. Lì ha forgiato il carattere e affinato le sue caratteristiche. Seguire il maestro Zeman è stato il migliore degli investimenti per la sua carriera. Ha vinto e convinto. Vinto il campionato di B, riportando gli abruzzesi in serie A dopo quasi venti anni, e convinto il Napoli che poteva riaccoglierlo e puntare su di lui. Ad appena 21 anni sembra proprio che abbia già completato il suo processo di maturazione.
Le voci – Qualcuno ha tentato di favoleggiare sulle loro serate, ma nella realtà hanno fatto quasi vita monastica. L’unica digressione il sabato sera dopo la partita (quasi sempre vinta), a cena nel ristorante “Il chiodo fisso” a Pescara Vecchia o al 4 Vele sulla riviera, locali entrambi di proprietà dell’amico comune Leo Sfamurri. Piuttosto le vere serate cult erano quelle in cui si radunavano tutti nella stessa abitazione per vedere le partite del Napoli in Champions League. Già, il Napoli, quella è sempre stata la magnifica ossessione di Lorenzo Insigne. Anche il suo stile di vita registrato a Pescara è stato funzionale al sogno (oggi realizzato) di vestire la casacca partenopea e infiammare il San Paolo. Chi lo conosce racconta, infatti, che il giovane attaccante sembra (non dovrebbe aver cambiato abitudini) totalmente immune da ogni sorta di vizio. Mangia poco, non beve e non fuma, l’unica trasgressione è qualche bicchiere di Coca Cola.
Lo svago – I suoi momenti di svago durante la parentesi pescarese erano di una semplicità disarmante. La pausa pranzo con i compagni al centro commerciale Iper, qualche biciclettata sul lungomare, un po’ di shopping nei negozi del centro, tante partite alla play station di sera. Il tutto nei ritagli di tempo, perché la vera passione di Insigne sono sempre stati i duri allenamenti di Zeman che lo hanno fortificato nel fisico e nella mente. Tra l’altro il boemo è anche un maniaco della puntualità, inflessibile per gli orari e intransigente verso l’alimentazione. Insigne non ha mai sgarrato di un minuto, tanto meno si è fatto trovare sovrappeso di un solo etto.
Lo sfogo – Probabilmente si è “sfogato” con i tatuaggi che vantano una presenza massiccia sul suo corpo. Durante la splendida cavalcata nel campionato di serie B non ha avuto grosse pause di rendimento, giusto un breve periodo durante il quale la sua mira non era registrata alla perfezione. In quella fase qualche cronista chiese al tecnico come mai non gli concedesse un turno di riposo e Zeman rispose seccamente: « perché lo considero il giocatore più importante di questa squadra ». Aveva ragione. Insigne è tornato a giocare allo stadio Adriatico, teatro delle sue mirabilie, lo scorso 12 ottobre ed è stato accolto come un principe dai suoi vecchi tifosi. Ha confezionato un assist per Immobile, come ai bei tempi, e si è goduto la meritata standing ovation. A dire il vero il Pescara in estate sognava di trattenerlo in prestito per un’altra stagione, i dirigenti biancazzurri lo hanno chiesto insistentemente a quelli napoletani (con i quali sono in ottimi rapporti), ma non c’è stato nulla da fare. D’altronde Lorenzinho era già pronto per spiccare il volo e provare a sognare lo scudetto.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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