Brutte notizie per il mondo del calcio e dello sport in generale. La Commissione Bilancio della Camera ha infatti bocciato un emendamento del Decreto Rilancio finanziato a introdurre un credito d’imposta sulle sponsorizzazioni. La proposta avrebbe interessato accordi dal valore massimo di 400 mila euro per tre anni: in generale, avrebbe quindi interessato in maniera marginale i club di Serie A di calcio, ma sarebbe stata una vera e propria boccata d’ossigeno per tutti quelli delle serie minori. Nonché, ovviamente, per le federazioni degli altri sport. Con una nota, il comitato 4.0, costituito da Lega Pro, Lega Basket Serie A, Lega nazionale pallacanestro, Lega volley femminile, Lega volley maschile, Lega Basket femminile e Fidal Runcard ha espresso “dispiacere” per questa decisione, che potrebbe avere un impatto negativo molto negativo, in una fase nella quale quasi tutti gli sport stanno riorganizzando la prossima stagione. Anche se l’emendamento dovesse tornare d’attualità in un eventuale decreto milleproroghe futuro, infatti, il rischio è quello di andare fuori tempo massimo.
Il comunicato del Comitato 4.0
“Dispiace apprendere che l’emendamento al Decreto Rilancio finalizzato ad introdurre un credito di imposta sulle sponsorizzazioni sia stato respinto dalla Commissione Bilancio della Camera”: così il Comitato 4.0 – costituito da Lega Pro, Lega Basket Serie A, Lega nazionale pallacanestro, Lega volley femminile, Lega volley maschile, Lega Basket femminile, Fidal Runcard – che ha lavorato senza sosta ad una azione di sensibilizzazione sia sulle forze politiche di maggioranza che di opposizione, nonché sul Governo.
La misura è stata proposta per supportare la principale fonte di ricavo dei club che, a differenza della Serie A del calcio, non beneficiano di diritti tv o di altre forme di supporto, incentivando le aziende e i mecenati che, a causa delle ripercussioni della crisi, saranno ancora più in difficoltà nel sostenere le società sportive attraverso sponsorizzazioni.
Con la mancata approvazione di questo incentivo, si getta nell’incertezza il futuro dello sport italiano professionistico e dilettantistico di alto livello, bloccando di fatto quell’“ascensore” sportivo che rappresenta allo stesso tempo un presidio sociale unico in tantissime aree del paese in cui si coltivano i talenti delle ragazze e dei ragazzi chiamati a rappresentare l’Italia nell’ambito delle specialità Olimpiche e non solo.
“È una battaglia di civiltà sportiva”, sostengono i componenti del Comitato 4.0. “Rivolgiamo questo accorato appello affinché tutta l’intellighenzia sportiva italiana remi nella stessa direzione, cosa che ad oggi è stata clamorosamente ed inopinatamente disattesa. La gestione dello sport italiano deve passare attraverso interventi strutturali e non finalizzati alla propaganda o al facile consenso. Lasciare indietro lo sport di squadra vuol dire ridurre le risorse e, indirettamente, meno attività sociali, meno posti di lavoro e meno gettito fiscale. Chiediamo dunque che la misura venga adottata nei prossimi provvedimenti, e comunque un confronto strutturato con il Ministro dello Sport Spadafora e il Ministro dell’Economia Gualtieri”.
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